venerdì 2 aprile 2010
Lettera di Pasqua 2010 dell'Abate Generale
Carissimi Confratelli e Consorelle,
Ancora una volta risuona nelle nostre comunità il festoso annunzio della Pasqua e si riattualizza la sua grazia di novità: irrompe, può sconvolgere, senz’altro rinnova.
Gli auguri per le feste pasquali di quest’anno non si svilupperanno in riflessioni spirituali e motivazioni su una tematica particolare; mi sembra però utile evidenziare come la celebrazione del Mistero Pasquale, ogni volta, illumina la situazione concreta che stiamo vivendo, dà un senso nuovo e vi inserisce una forza propulsiva.
Sono fiducioso che troverete questa considerazione intensa di affetto e l’accoglierete come stimolo per una celebrazione del Triduo Pasquale in modo che possa incidere nella vostra vita personale e comunitaria.
Il Signore risorto illumini e sostenga il nostro cammino in questo tempo di trepidazione e di speranza, nelle situazioni di stanchezza in cui si trovano alcune nostre comunità, nelle situazioni difficili e complesse in cui vivono altre comunità nelle condizioni di comunità che si sentono partecipi delle sofferenze che affliggono la Chiesa locale in cui vivono, ma anche della comunità che si trova in una circostanza gioiosa come quella brasiliana, che festeggia gli 80 anni di presenza monastica olivetana a San Paolo.
Inoltre, la nostra Congregazione si sta preparando al Capitolo Generale che, essendo particolarmente decisivo per il nostro futuro, sarà abbastanza in salita: i Padri Capitolari si sentiranno come costretti a leggere nella situazione attuale che stiamo vivendo le novità a cui lo Spirito ci sospinge, a non limitarsi a piccoli aggiustamenti di rotta, ma a faticare per cercare strade nuove che ridiano freschezza ed entusiasmo alle comunità, che salvaguardino e rafforzino una fedeltà creatrice al nostro carisma benedettino di Santa Maria di Monte Oliveto.
“Fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdote”: per di più il Santo Padre Benedetto XVI ci ha stimolato a vivere questo anno compenetrati della grandezza del dono del sacerdozio ministeriale, nato nella grazia e nella forza della nuova ed eterna alleanza, dono della Pasqua di Cristo.
“Guardate le mie mani e i miei piedi, sono proprio Io.”
Solo chi fa esperienza di percepire il Cristo presente, vivente, di ascoltarlo, di sedersi a mensa con Lui, sente ardere il proprio cuore; possiate incontrare nella fede e nell’amore il Risorto, animando la vostra vita dal rapporto costante con Lui, dall’affetto profondo per Lui.
La certezza dunque che attingiamo alla Pasqua di Gesù è questo incessante venire del Signore nell’intreccio degli avvenimenti umani, che sovente noi non comprendiamo.
Lo splendore della Pasqua illumini gli inquieti offuscati orizzonti della nostra storia, mentre la notte sveglia l’aurora con il palpito dei giorni che verranno nella nostra famiglia monastica amata da Dio.
Noi crediamoci veramente! Non è poesia, non è un bel sentimento, non è un’ utopia: “E’ risorto, è veramente risorto. Surrexit Dominus vere Alleluia!”
Rafforziamo questa nostra convinzione di uomini di Dio: quando la sera si inoltra nella nostra storia fatta di presagi della notte, al centro di queste tenebre irrompe sempre quel grido dell’alba più indimenticabile, quella della Domenica della Risurrezione.
Non più dunque l’oscurità chiusa e sorda, perché Cristo è per noi Pasqua in ogni mattina della nostra vita: ogni mattina è un mirabile risveglio, aperta alla giovinezza spirituale della santità, all’amore e alla gioia.
La speranza non sta nell’attendere che le cose fuori di noi volgano al meglio. Sta nel costruire dentro di noi un rapporto migliore con quello che accade nel nostro animo. Sta nell’aprirci al Dio della novità, al Dio che fa nuove tutte le cose “Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete, aprirò nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa” (Is 43,19).
La fiducia nel Signore sta nel credere in un futuro che non possiamo vedere, ma che possiamo affidare a Dio, il quale nei nostri attuali deserti, dove è facile smarrirsi e perdersi di coraggio, indica a noi una strada sicura da percorrere e nelle nostre aridità riarse in cui possiamo trovarci, senza via d’uscita ci fa riprendere freschezza, vigore e chiarezza.
Ritorniamo a Emmaus ogni anno, ogni giorno nel nostro cammino monastico con le sue luci e ombre, perché con Cristo presente è sempre Pasqua, ieri come oggi. Un grande Padre della Chiesa ci insegna e ci esorta: “Credi che Cristo è spiritualmente presente, benché fisicamente assente. Egli è quaggiù con te, ascolta quello che tu dici di Lui, vede quello che tu pensi di Lui, ti scruta le reni e il cuore, anche in questo momento è qui per accoglierti… per introdurti, mediante lo Spirito Santo, al Padre.” (San Cirillo di Gerusalemme Cat.14, 30).
Certamente sappiamo tutti che la Pasqua è frutto della Croce. La Pasqua è già nascosta nella Croce, la Pasqua germoglia dal legno della Croce. Quanto è arduo contemplare la Croce, quanto è difficile alzare lo sguardo verso di essa: “Stolti e lenti di cuore…non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?” (Lc 24, 26).
Lui cammina con noi, Lui spiega a noi il senso delle Scritture, Lui – quando viene meno la fiducia – spezza il Pane della Vita che ci fa sperimentare la potenza della Risurrezione.
Non trovo modo migliore per concludere questa lettera augurale richiamando un altro motivo che ci spinge a celebrare nella gioia la nostra azione di grazie: il sacerdozio ministeriale, frutto e dono della Pasqua di Cristo.
In quest’anno sacerdotale, voi sorelle e monaci non-presbiteri, col nostro Santo Padre Benedetto condividete il suo attegiamento “pro reverentia sacerdotii”; grati al Signore per tanto dono partecipate alla celebrazione dei divini misteri con somma reverenza, sentendovi spiritualmente coinvolti nell’offrire al Padre il sacrificio eucaristico.
Noi monaci presbiteri accogliamo amorevolmente l’invito rivolto ai religiosi da S.S. Benedetto XVI il 20 febbraio 2009: “L’anno sacerdotale sia un ulteriore occasione per i religiosi presbiteri di intensificare il cammino di santificazione, e per tutti i consacrati e le consacrate uno stimolo ad accompagnare e sostenere il loro ministero con fervente preghiera.”
Sì, la consacrazione sacerdotale ci renda ancora più monaci “Magis humilitatis exempla omnibus det” (RB 60, 5) “Sciens se multo magis disciplinae regulari subdendum…. sed magis hac magis in Deum proficiat” (RB 62, 3-4); monaci capaci di trasmettere e di condividere con i fratelli lo stupore della celebrazione eucaristica, l’amore e l’entusiasmo per una Liturgia celebrata veramente al meglio, edificatori di comunione nella comunità.
Vi formulo questo augurio: la gioia irradiata da Lui – “Gesù Cristo il Signore” – illumini e colmi di senso le sofferenze, le fatiche, le difficoltà, trasformando ogni realtà in soglia di nuova speranza. Nel pane spezzato che ci rende fratelli e sorelle, non è mai banale carissimi confratelli e consorelle, l’augurio della Pasqua, che fa rifiorire la vita della Pasqua del Signore Gesù e alimenta in noi un amore inesauribile.
Buona e Santa Pasqua 2010
a voi e agli oblati e oblate
del vostro monastero, che benedico di cuore!
Vostro affezionatissimo Padre Abate Generale
+ Michelangelo M. Tiribilli OSB Oliv
AVVERTENZE:
1. Nella Domenica II di Pasqua o della Divina Misericordia, 11 aprile 2010, dopo l’Orazione dei Vespri Solenni firmerò il Decreto di Indizione del Capitolo Generale 2010, avviando così le procedure per l’elezione dei Discreti.
2. Accompagnerò l’invio del Decreto con una preghiera di invocazione redatta in due stesure: una da aggiungere come intenzioni quotidiane alle Lodi, Vespri, o alla Messa; oppure come preghiera da recitare comunitariamente.
3. Seguirà l’invio dell’ Instrumentum Laboris e delle due schede (griglie), l’ una per compilare la relazione disciplinare, l’ altra per la relazione amministrativa. (Dir n°203).
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