martedì 1 dicembre 2009
Per San Bernardo Tolomei al nostro ex Monastero di Santo Stefano a Genova
Giovedì 10 dicembre alle ore 18 nella chiesa (già monastero olivetano) di s.Stefano in Genova celebrazione eucaristica votiva di s. Bernardo Tolomei presieduta da Dom Valerio Cattana, abate emerito dell'abbazia di s. Benedetto in Seregno, con l'assistenza di Don Carlo Aluigi, abate-parroco di s. Stefano, tratteggerà la figura e spiritualità del santo Don Anthony Smithwick del
monastero di s. Prospero in Camogli.
lunedì 30 novembre 2009
Una riflessione del Padre Abate Generale dopo il Convegno romano dedicato a Santa Francesca Romana
DOPO IL CONVEGNO INTERNAZIONALE, ROMA 19-21 NOVEMBRE 2009
DEDICATO A
LA CANONIZZAZIONE DI SANTA FRANCESCA ROMANA
SANTITÀ, CULTURA E ISTITUZIONI A ROMA
TRA MEDIOEVO ED ETÀ MODERNA
Ho sentito il bisogno di mettere in iscritto per condividerlo quanto ho provato al termine del Convegno, e che, per mancanza di tempo, non ho potuto condividere con i presenti neanche durante il omento in cui tutti i convegnisti si sono radunati intorno alla tomba di santa Francesca Romana per una breve preghiera di lode e di intercessione. Sentimenti preminenti nel mio animo: mi sono sentito gratificato dai contenuti e dallo svolgimento del Convegno Internazionale pienamente: ero molto ansioso e preoccupato per varie motivazioni fino al suo inizio. L'altro sentimento, ma molto più di un sentimento di per sé transitorio, è una profonda gratitudine alla Professoressa Signora Alessandra Romagnoli! Perché?
Spesso il Signore mette nella strada della nostra vita, e ci fa incontrare persone che veramente fanno molto di più che aiutarti: ti rivolgi a loro ed essi si appassionano così tanto che realizzano molto al di là di quello che ti aspetti.
Come sulla via della santificazione di San Bernardo, il Signore ha fatto incontrare alla nostra Congregazione padre Reginald Gregoire, così per concludere al meglio le manifestazioni organizzate dalle consorelle di Tor de’ Specchi e di noi monaci Olivetani per celebrare il quarto centenario della canonizzazione di Santa Francesca Romana, il Signore ha messo sulla nostra strada la competente professoressa Romagnoli.
La professoressa Alessandra, con la collaborazione indispensabile del nostro grande storico padre Giorgio M. Picasso, ha organizzato questo convegno al meglio. Anche quello che poteva sembrare una complicazione: il cambiamento giornaliero della sede, in fondo si è rivelata un'esperienza arricchente.
Un riconoscimento grato va a chi ha organizzato la parte logistica del convegno: vitto, alloggio e trasferimenti al nostro dom Giacomo Economo Generale della Congregazione. Sono sicuro che i relatori sono rimasti soddisfatti.
Mi sento riconoscente anche verso l'onorevole Gianni Letta, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che ci ha ottenuto il patronato del governo per il convegno, con un discreto finanziamento.
Naturalmente, la nostra riconoscenza più sentita va soprattutto verso il buon Dio, datore di ogni dono. È bene tenere presente che le celebrazioni liturgiche in onore della Santa si ripercuotono nell'eternità. Un Convegno, anche attraverso gli Atti (che saranno pubblicati appena possibile) prolunga nel tempo, nella storia, nelle generazioni che si succedono la conoscenza della Santa e di tutto quello che la vita e le opere di Santa Francesca Romana ha suscitato nella spiritualità, nella cultura, nell'area del sociale, ma anche promuove e stimola l'approfondimento di alcuni aspetti della personalità della Santa e magari la revisione di alcuni giudizi su alcuni eventi che la riguardano.
Per questo, in un certo senso, sarebbero state incomplete le iniziative per celebrare questo quarto centenario, se non ci fosse stato questo convegno, che ha visto tante personalità sapienti e competenti i quali ci hanno fatto riflettere su Francesca Romana e su quanto è connesso con lei; in particolare sul patrimonio artistico, così importante; proprio nel giorno conclusivo del Convegno il Santo Padre si è ritrovato con gli artisti in Vaticano per dare il proprio omaggio all'arte e riconoscerne la grande importanza, anche per la Chiesa.
Concludo citando ciò che il comitato scientifico si era proposto nell'organizzare il Convegno Internazionale: com'è stato scritto nel libretto introduttivo al quarto centenario: “Il quarto centenario può costituire l'occasione opportuna per allargare gli orizzonti dell'indagine ad altri aspetti perché saranno al centro del Convegno Internazionale che si svolgerà a Roma nell'autunno. L'impegno del comitato scientifico è rivolto a promuovere nella ricerca, identificando nuove prospettive storiografiche fra medioevo e età moderna, con una particolare attenzione alle vicende del culto, alle vicende storiche dell'istituto fondato dalla Santa. Attraverso la grande icona devozionale di Francesca è possibile infatti riscoprire una parte importante della vicenda culturale religiosa artistica di Roma”.
Penso che tutti i partecipanti al Convegno saranno del parere che questi obiettivi sono stati raggiunti e tutti, ne siamo stati arricchiti non solo culturalmente, ma anche nello spirito, per una migliore comprensione della realtà, e una più accurata conoscenza della Santa.
P.S. L’Osservatore Romano del 23-24 novembre 2009 ha dedicato due articoli al nostro Convegno Internazionale.
venerdì 11 settembre 2009
I festeggiamenti in onore di San Bernardo Tolomei a Vista Hermosa, Tlanepantla, Mexico
Por razones pastorales, el 22 de agosto de 2009, hemos celebrado la festividad de S. BERNARDO TOLOMEI, y de manera especial, hemos recordado la canonización realizada en Roma el pasado mes de abril por S. S. Benedicto XVI.
Mons. Carlos Aguiar Retes, Arzobispo de Tlalnepantla, ha presidido la celebración litúrgica, acompañado por Mons. Ricardo Guizar Díaz, Arzobispo Emérito de Tlalnepantla; por el Revmo. Abad Jorge Acuña, de la Abadía del Tepeyac, Cuautitlán Izcalli, por una delegación de Monjes Benedictinos de la Abadía del Tepeyac; Monjas de la Abadía de N. Sra. De Guadalupe de Ahuatepec, Morelos; y de representaciones del Clero diocesano y religioso de la Arquidiócesis.
Alumnos del curso de preparatoria, Docentes y Directivos del INSTITUTO TOLOMEI han asistido a la celebración, ya que la institución escolar, desde su fundación en el año 1967, fue dedicada para recordar al Fundador de la Congregación Benedictina de Monte Oliveto, a la que han pertenecido los Monjes de la Fundación Monástica.
Numerosa ha sido la presencia de la Comunidad Parroquial de San Benito Abad, acompañada por su Párroco, dom Ireneo Caputo Francabandera, Monje de la misma Congregación Benedictina de Monte Oliveto.
Digno de especial mención, el entusiasmo del grupo de Catequistas que han organizado muchos aspectos de la celebración, tanto litúrgica, como de la convivencia realizada en las instalaciones del INSTITUTO TOLOMEI.
Estos acontecimientos han sido preparados por diferentes iniciativas, tanto en la escuela como en la Parroquia, para dar a conocer la figura del Santo. Su figura de estudioso, su anhelo de búsqueda de Dios conforme a la enseñanza de la Regla de S. Benito, su servicio a la Iglesia mediante la Congregación de Monjes de Monte Oliveto que participan su carisma en las diferentes presencias del mundo, y también en México con la Obra “Vita et Pax”.
Mons. Carlos Aguiar Retes, Arzobispo de Tlalnepantla, ha presidido la celebración litúrgica, acompañado por Mons. Ricardo Guizar Díaz, Arzobispo Emérito de Tlalnepantla; por el Revmo. Abad Jorge Acuña, de la Abadía del Tepeyac, Cuautitlán Izcalli, por una delegación de Monjes Benedictinos de la Abadía del Tepeyac; Monjas de la Abadía de N. Sra. De Guadalupe de Ahuatepec, Morelos; y de representaciones del Clero diocesano y religioso de la Arquidiócesis.
Alumnos del curso de preparatoria, Docentes y Directivos del INSTITUTO TOLOMEI han asistido a la celebración, ya que la institución escolar, desde su fundación en el año 1967, fue dedicada para recordar al Fundador de la Congregación Benedictina de Monte Oliveto, a la que han pertenecido los Monjes de la Fundación Monástica.
Numerosa ha sido la presencia de la Comunidad Parroquial de San Benito Abad, acompañada por su Párroco, dom Ireneo Caputo Francabandera, Monje de la misma Congregación Benedictina de Monte Oliveto.
Digno de especial mención, el entusiasmo del grupo de Catequistas que han organizado muchos aspectos de la celebración, tanto litúrgica, como de la convivencia realizada en las instalaciones del INSTITUTO TOLOMEI.
Estos acontecimientos han sido preparados por diferentes iniciativas, tanto en la escuela como en la Parroquia, para dar a conocer la figura del Santo. Su figura de estudioso, su anhelo de búsqueda de Dios conforme a la enseñanza de la Regla de S. Benito, su servicio a la Iglesia mediante la Congregación de Monjes de Monte Oliveto que participan su carisma en las diferentes presencias del mundo, y también en México con la Obra “Vita et Pax”.
giovedì 10 settembre 2009
La nuova scultura di San Bernardo Tolomei a Monte Oliveto Maggiore
In occasione della festa della Natività di Maria, Patrona della nostra Congregazione, è stata inaugurata a Monte Oliveto Maggiore una nuova statua in marmo di Carrara, opera dello scultore senese Massimo Lippi, benedetta dal P. Abate Generale, dopo la celebrazione dei Vespri e la processione col simulacro di Maria Bambina. Collocata nella zona absidale della Chiesa abbaziale, l'immagine del Santo ricorderà ai fedeli e ai visitatori il volto e la concentrazione in Dio di colui che in obbedienza allo Spirito Santo ha dato inizio alla storia della famiglia monastica di Monte Oliveto, fra santità, cultura e incessante desiderio di conversione a Cristo Signore.
lunedì 7 settembre 2009
I festeggiamenti a San Bernardo Tolomei all'Abbazia del Bec
I carissimi fratelli monaci e le sorelle "moniales oblates" dell'Abbazia del Bec, celeberrimo chiostro di millenaria tradizione monastica, teologica e liturgica, dai tempi di Sant'Anselmo sino alla vivace e ancora feconda testimonianza ecumenica lasciata dall'abate dom Paul Grammont, ci informano che il 12 settembre si terrà un importante simposio dedicato al grande Santo di Aosta, abate del Bec e poi arcivescovo di Canterbury. Inoltre l'8 ottobre p.v., nell'ambito di un importante convegno di tutti gli abati benedettini e cisterciensi di Francia, alla presenza del Padre Abate Primate verrà festeggiato, in forma solenne, il nostro Santo Fondatore Bernardo Tolomei.
lunedì 31 agosto 2009
I festeggiamenti per San Bernardo Tolomei all'Abbazia di Rodengo
Il Padre Priore dell'Abbazia Olivetana di Rodengo, antica fondazione cluniacense dedicata a San Nicola, ci comunica che il giorno 11 ottobre p.v. alle ore 18.30 si terrà nella Chiesa abbaziale una solenne concelebrazione eucaristica, presiduta dal Vescovo di Brescia mons. Luciano Monari, in onore di San Bernardo Tolomei e nel gioioso ricordo della sua recente canonizzazione. Il caro confratello Padre Alfonso Serafini ci informa altresì che parteciperanno a tale solenne liturgia il Prefetto di Brescia e il Presidente della Provincia bresciana oltre al Sindaco di Rodengo e ad altre personalità civili, culturali e religiose. Intento primario della giornata sarà manifestare al Signore la gratitudine dell'intera Comunità olivetana di Rodengo per la grazia dell'avvenuta canonizzazione.
Il cimitero della Misericordia di Siena e San Bernardo Tolomei
Il cimitero monumentale della Misericordia di Siena, sorge, come è noto, nell'area ove a suo tempo fu edificato il secondo monastero della nostra Congregazione, il cenobio di San Benedetto a Siena. Sappiamo che per assistere i fratelli di quella Comunità e certamente tutti coloro che avrebbe incontrato lungo la strada e le vie di Siena il nostro Santo Padre Bernardo lasciò l'Archicenobio di Monte Oliveto durante l'imperversare della grande epidemia di peste del 1348.
Là a Siena egli trovò la morte e forse in un'area non lontano dallo stesso monastero, certamente in una fossa comune per le evidenti ragioni igieniche, San Bernardo Tolomei fu sepolto. Tali vincoli storici e architettonici sono resi evidenti dalla sussistenza in alcuni ambienti semisotterranei della necropoli senese di notevoli residui architettonici, grandi corridoi caratterizzati da altissime volte, che pertengono senz'altro all'antica fabbrica del nostro monastero. Tali ragioni, ma più ancora i notevoli legami spirituali e devozionali hanno convinto la Magistratura della Misercordia di Siena a intitolare il piazzale antistante la Chiesa del Camposanto a San Bernardo Tolomei e ad inoltrare all'Arcivescovo Metropolita di Siena la richiesta di dedicare la stessa Chiesa del Cimitero al nostro amato Fondatore.
giovedì 27 agosto 2009
Una nuova statua di San Bernardo Tolomei in Corea
I nostri dilettissimi fratelli del Monastero della Corea, intitolato a San Bernardo Tolomei, ci riferiscono con grande gioia da noi tutti condivisa, che il primo festeggiamento in onore del nostro Santo Fondatore è culminato, lo scorso 19 agosto, con la benedizione da parte del Vescovo di Masan di una nuova statua di San Bernardo.
lunedì 10 agosto 2009
Giuliano Ghelli, l'artista del Palio per San Bernardo Tolomei
Nel drappellone dipinto da Giuliano Ghelli “l'ineffabile linguaggio colorato” - così lo definisce lo stesso Carlo Pedretti - dà vita ad una rappresentazione dove la parola, nonostante gli sforzi, non riuscirà mai, in maniera esauriente, a spiegare quello che l'artista ha creato. Ritorna l'eterna diatriba fra il messaggio iconografico e il messaggio scritto. Su quanto la parola cerchi, inesorabilmente e senza fortuna, di tradurre quello che l'occhio vede, carpisce, scova e interpreta attraverso i sensi stimolati dall'immagine.Nella seta, ricoperta dal colore pieno, dominano il celeste acqua e il giallo ocra. Sui lati i barberi con i colori delle dieci Contrade. La continuità della Carriera attraverso il gioco dei bimbi che, durante tutto l'anno, dilata le date prettamente paliesche. Per questo la riconoscibilità, nel dipinto, di una porta metaforica aperta alla e sulla vitalità contradaiola e la partecipazione senese. Al centro, su uno sfondo rosso, cinque cavalli e, in alto, una Madonna bambina che sorregge la Balzana (lo stemma di Siena) e, dall'altra parte, il simbolo che richiama la dedica al Santo senese Bernardo Tolomei.La libertà creativa di Ghelli quasi implode dalla trama di stoffa, riconoscibilissima per la magia che il colore, racchiuso dentro il tratto, riesce a scatenare con la trasposizione concettuale del pensiero, abilmente materializzato da una mano sapiente.“Ogni aspetto o situazione può essere contaminato - ha dichiarato l'artista - così come dipingere un'emozione quale è il Palio, al quale mi sono avvicinato pur sapendo che è una Festa solo dei senesi”.Nella sua opera la Festa ritorna, d'impatto, alla sua dimensione più pura: il gioco.I cavalli non sono montati dai fantini, ma infilati in aste bianco/nere (un richiamo alla senesità) come quelli delle giostre, così come il bestiario contradaiolo viene proposto nella sua dimensione ludica unica al mondo. Intorno, disseminati qua e là, i fregi che ritroviamo nella produzione di Giuliano Ghelli: pennellate di colore come pezzetti d'anima impreziosiscono, con cromatismi solari, il drappo dal quale, a forza, emerge il senso della corsa.Il drappellone, infatti, contiene tutti gli elementi che gli sono richiesti, l'originalità sta nel fatto che Ghelli ha fatto emergere, dalla sua tavolozza fisica e mentale, solo la peculiarità e il fine del Palio: la gioia nel divertimento, la felicità della vita. Il gioco, appunto. La parte drammatica, quella relativa a chi perde, è dentro la componente umana della quale, giustamente, non c'è traccia, anche perché ognuno la vive in maniera strettamente individuale ed unica.Una visione in bilico tra l'onirico e il tangibile, tra il fantastico e il reale, carica di significazione con marche di ricordi che accomunano tutti noi.Giuliano Ghelli, artista fiorentino conosciuto ed apprezzato a livello internazionale, è riuscito ancora una volta a connotare di originalità un percorso professionale che ha attinto, e lo si vede, dal New Dada e dalla Pop Art, ma aggiungendo, rimanipolando, personalizzando e universalizzando, attraverso la propria esperienza e cultura, le sensazioni che solo in pochi riescono a concretizzare per generare un prodotto artistico.
di Roberta Ferri
Giuliano Ghelli
Nato a Firenze nel 1944 vive a San Casciano Val di Pesa, nel Chianti Fiorentino. Ha esordito a Milano nel 1963. Nel '75 è “Segnalato Bolaffi” .Dopo la sua prima personale all'estero, Parigi 1974, ha esposto negli U.S.A., Australia, Germania, Belgio, Grecia, Spagna, Portogallo, Giappone, Russia. Nel 1992 è al Castello Sforzesco di Milano, “In Viaggio Con Leonardo”, personale curata da Carlo Perdetti.Nel 1995 realizza, su commissione della Mercedes Benz Italia, un ciclo di venti grandi dipinti per la nuova direzione di Roma. Nel 1995 e '96 dipinge il “Premio Maestri del Cinema” di Fiesole, assegnato a Robert Altman, Mario Monicelli e Alberto Sordi. Nel 2000 personale a Sydney in occasione dei Giochi Olimpici. Nel 2001 ha tenuto presso il Museo Pecci di Prato la personale dal titolo“La Parola Colorata”Dal 2002 i suoi busti dipinti diventano il “Premio Milano per la Moda”.È stato prescelto dalla Toyota per il calendario ufficiale 2003 in 1.500.000 copie in Giappone. Dal 2002 inizia il percorso con il suo “Esercito di Terracotta” dell'Impruneta, a Villa Demidoff e al Convitto della Calza a Firenze, Palazzo Pretorio di Certaldo, Museo Archeologico di Massa marittima, Teatro Romano di Fiesole, Castello dei Conti Guidi a Poppi, Vecchie Carceri di Radda in Chianti e, nel 2008, a Palazzo Medici Riccardi a Firenze, nell'ambito del Genio Fiorentino, e al Palazzo dell'Abbondanza di Massa Marittima. Nel febbraio 2008 ha presentato una personale all'Istituto Italiano di Cultura di Tokyo, in contemporanea con il lancio della nuova Fiat 500 per il Giappone realizzando un esemplare unico della vettura con un suo intervento pittorico. Realizza l'immagine per il festival internazionale 7 Sois 7 Luas nell'ambito del quale ha tenuto nel 2008 personali a Oeiras e Castro Verde in Portogallo, Cartaya e Castril in Spagna e Tetuan in Marocco. Nell'agosto personale al Palazzo dell'Abbondanza di Massa Marittima e alle Vecchie Prigioni del Palazzo del Podestà di Radda in Chianti. A Settembre al Centro Espositivo Comunale “ La Filanda” di Loro Ciuffenna. Nel Marzo 2009, Firenze-Sala d'Arme di Palazzo Vecchio. A Maggio, Modena-Galleria Modenarte e Gipsoteca dell'Istituto d'Arte Venturi. In Novembre, Padova-Scuderie di Palazzo Moroni . E' presente su “L'arte del '900” di Lara Vinca Masini Edizioni Giunti - L'Espresso. Nel dicembre 2007 è stata costituita la “FONDAZIONE GIULIANO GHELLI” a Poppi (Arezzo) dove è allestita una sua mostra permanente. www.giulianoghelli.it www.fondazionegiulianoghelli.org
Testi e immagine dal sito del Comune di Siena: http://www.comune.siena.it/news
Palio di Agosto, la presentazione e le immagini del Drappellone di Giuliano Ghelli
In un Cortile del Podestà gremito da contradaioli di tutte le generazioni, è stato accolto con un applauso il Drappellone di Giuliano Ghelli. Un Palio sicuramente molto diverso da quello di luglio, quando in molti avevano fatto notare il poco utilizzo dei colori da parte di Eugenia Vanni.
Ghelli ha utilizzato invece molto colore, il rosso intenso che va a disegnare una T su tutta la parte centrale, il verde acquamarina ai lati, il giallo dei cavalli del Merry go round, la giostra amata da tutti i bambini, la giostra che fa sognare, così come fa sognare la giostra del Palio. Ai lati i dieci barberi delle contrade che saranno in Piazza il 16 agosto. In alto, la Madonna, che in una mano sorregge il simbolo della balzana mentre con l'altra sostiene una nuvola con la scritta Santo Bernardo Tolomei, a cui è dedicato, oltre ovviamente che alla Madonna Assunta, questo Palio del 16 agosto.
Dunque "l’ineffabile linguaggio colorato", come lo ha definito lo stesso Carlo Pedretti durante la presentazione, “dà vita ad una rappresentazione dove la parola, nonostante gli sforzi, non riuscirà mai, in maniera esauriente, a spiegare quello che l’artista ha creato”. "Ritorna l’eterna diatriba fra il messaggio iconografico e il messaggio scritto. Su quanto la parola cerchi, inesorabilmente e senza fortuna, di tradurre quello che l’occhio vede, carpisce, scova e interpreta attraverso i sensi stimolati dall’immagine " - si legge nella nota del Comune.
Un Drappellone che, secondo alcuni intervistati a fine presentazione, crea allegria per i colori, ma anche per l'iconografia della giostra, la semplicità di alcuni particolari disegnati come da una mano di un bimbo. Il gioco, appunto. La parte drammatica, quella relativa a chi perde, è dentro la componente umana della quale, giustamente, non c’è traccia, anche perché ognuno la vive in maniera strettamente individuale ed unica. Una visione in bilico tra l’onirico e il tangibile, tra il fantastico e il reale, carica di significazione con marche di ricordi che accomunano tutti noi.
Non tutti i contradaioli intervistati sono però rimasti impressionati favorevolmente dal Drappellone dell'artista fiorentino. Una semplicità che forse non tutti hanno avuto modo di capire. Molti lamentano appunto questa semplicità. E' sicuramente un Drappellone che, come ormai accade da alcuni anni, non segue molto la tradizione, ma che decisamente guarda avanti al futuro in maniera molto intensa. Tutto ciò era aspettabile da chi, come Ghelli, vive intensamente i suoi lavori inseriti nel grande mondo della Pop Art internazionale. Secondo altri si è passati da un estremo ad un altro tra luglio ed agosto nell'utilizzo dei colori. Altri, vogliono rivederlo meglio perché hanno capito che è un'opera che a prima vista può non colpire positivamente ma che con il tempo può piacere molto.
Comunque resta sempre il fatto che quando poi un Palio è vinto ed è nel proprio museo è sempre bello. Adesso inizia il gioco della cabala. Da stasera si inizieranno a cercare i segni e simboli che magari legano l'opera ad una particolare Contrada. Impossibile non notare la grande T rossa, andando indietro nel tempo l'ultimo Drappellone con una T centrale è stato quello del Palio straordinario del 2000 vinto dalla Selva, che però ad agosto non corre. La T può ricordare la Torre, Trecciolino, il tredici, bisognerà vedere quale cavallo avrà il n.13 di coscia, per esempio. Visibile anche la grande spirale disegnata in fondo, quella che rappresenta la giostra, oltre ad altre 4 piccole spirali disegnate in alcuni punti dell'opera. la spirale può ricordare sicuramente la Chiocciola, noi possiamo solo rivedere i Palii del passato e notare che ancora una volta l'ultimo Drappellone con le spirali era quello disegnato da Del Casino nel luglio del 2003 ancora una volta vinto dalla Selva, che come detto non partecipa a questa Carriera. Altri riusciranno invece ad avvicinare alla propria Contrada le frecce colorate, le nuvole, i colori.
Il Drappellone come sempre, ma questo in particolare è ricco di simbologie ognuno come sempre leggerà la sua.
Testo di Elena Casi
Le immagini sono di Giuseppe Pisastru.
(dal sito http://www.sienafree.it)
La prima fotografia ritrae, fra gli altri, il nostro Padre Abate Generale durante la presentazione del "drappellone" svoltasi il 10 agosto 2009 nel palazzo del Comune di Siena.
Il Palio dell'Assunta dedicato a San Bernardo Tolomei: il "drappellone" di Luciano Ghelli ha l'emblema olivetano
Siena è Siena e il Palio è il Palio. Per i non senesi è arduo comprendere quanto questo evento assorba letteralmente tutto ciò che ha a che fare con la vita e la storia della città di Santa Caterina. Non meraviglia dunque scoprire come un evento di piazza, una corsa di cavalli, la secolare sfida di non poche contrade arrivi a lambire anche la sfera "ecclesiale" della quotidianità senese. Ecco dunque che dalla monumentale Piazza San Pietro in Vaticano, con la mirabile e austera liturgia presieduta dal Santo Padre e, ancora, dalla quiete delle colline di argilla e cipressi di Monte Oliveto quell'evento eccezionale che è stato la canonizzazione del nostro San Bernardo rimbalzi di un colpo -non si sa come!- nell'oggetto che il simbolo per eccellenza del Palio stesso: il "drappellone", ovvero quel "cencio", il "pallium", che si dà in premio alla contrada che ha vinto il palio. Quest'anno è toccato ad un noto artista fiorentino, Luciano Ghelli, dipingerlo e l'artista non ha mancato di richiamare nella sua pittura il dedicatario per questo 2009 della celebre corsa senese. L'immagine qui scelta mostra un dettaglio dell'intero "drappellone", un dettaglio che ci riguarda profondamente, facile individuare quel dettaglio e la ragione della nostra emozione. Qui di seguito riportiamo un vivace commento relativo alla notizia della presentazione del dipinto avvenuta a Siena, in Comune, il giorno 10 agosto. Il testo è ricavato dal sito http://blog.intoscana.it
Il Palio di Siena è l’emozione della vita per ogni senese. Difficile comprenderlo al di fuori della città, anche se ormai il Palio è patrimonio universale non fosse che per la conoscenza mediatica. Raramente, però, da senese, ho percepito così tanta emozione nel misurarsi con il Palio, come con Giuliano Ghelli, l’artista fiorentino al quale è stata affidata la realizzazione del drappellone del 16 agosto. Emozione e rispetto, ma anche profonda gioia nel realizzare un’opera che Ghelli sognava da tanti anni: “Fare il Palio era il mio sogno”, mi ha detto quando sono andato a trovarlo nella sua splendida casa nelle campagne di San Casciano, dove ha dipinto il drappellone. Una visita fatta per realizzare una videointervista per intoscana.it (il video allegato in questo post), ma all’indomani della consegna del “Cencio”, tanto per non cadere in tentazione…
Si capisce subito l’empatia naturale tra Ghelli e la festa senese, a cominciare dal cavallo. Ce ne sono, di barberi, in tanti quadri che affollano lo studio, nel delizioso “Piccolo acrilico fertile”, pieno di azzurro splendente, per esempio, o in “Viaggi del tempo immobile” in omaggio al libro di Roberto Vecchioni. E il cavallo non potrà non esserci nel drappellone di un pittore fiorentino che vive nel Chianti, ma che ha imparato ad amare Siena e a guardare con ammirazione all’emozione dei senesi per la propria Contrada.
Altri artisti fiorentini hanno dipinto il Palio di Siena: Luca Alinari, Sandro Chia, Luciano Schifano, Antonio Bueno e quel Marco Borgianni, che insieme a Ghelli (e con Sauro Amegli, Marco Cipolli e Alfio Rapisardi ) esporrà a Siena dal 5 agosto alla Galleria Piaggia della Morte, a due passi da Piazza del Campo. Ma il legame di Ghelli con la città del Palio appare agevolato da alcune circostanze: la famiglia senese della compagna, in primo luogo. Le memorie della casa in via del Casato dove Sandra Stanghellini, battezzata nella Tartuca, trascorreva tanti giorni delle sue estati dell’infanzia, il nonno Metello – “l’uomo più bello che abbia mai visto “ scrive lei in una sue poesia – appaiono il trait d’union naturale tra Siena e Giuliano Ghelli. Ma il legame è già nella stessa poetica pittorica dell’artista, così connaturata al sogno. E non c’è nulla di più simbolico del drappellone, per i sogni dei senesi: “I quadri di Ghelli sono ritornelli, quadri limpidi come stornelli”, ha scritto Vincenzo Mollica. E i sogni dei senesi nei giorni di Palio, le ansie delle ore della vigilia, sono tutte punteggiate da stornelli, pieni di fierezza, ma anche di malinconia e di speranza di vittoria. Colorata di mille tinte. Come un quadro di Giuliano Ghelli. Come un sogno.
sabato 8 agosto 2009
L'ultima lettera del Padre Abate Primate, Dom Notker Wolf, dedicata a San Bernardo Tolomei
Siamo felici di condividere con i nostri amici visitatori la gioia provata nel leggere l'inizio dell'ultima lettera del Padre Abate Primate della Confederazione Benedettina (cfr. www.osb.org), Dom Notker Wolf. Nel giorno della Festa della Trasfigurazione, egli, dalla sede primaziale della Badia di Sant'Anselmo sull'Aventino a Roma, ha scritto e indirizzato, come sua periodica consuetudine, una lettera circolare a tutte le abbazie e monasteri del mondo. Ecco qui riportato l' incipit di quella missiva, con evidenziate le parole che si riferiscono al nostro Fondatore:
Cari sorelle e fratelli,
Regna la pace a Sant' Anselmo. L'anno accademico si è concluso il 29 giugno. I professori e gli allievi sono partiti per le vacanze. P. Juan Javier Flores, il nuovo Rettore Magnifico è entrato in carica ed il nuovo Priore, P. Elias Lorenzo sta imparando l'italiano. Qui rimane soltanto un piccolo gruppo per mantenere la casa durante il calore dell'estate. I nostri progetti di costruzione e rinnovamento continuano: tetti, l'installazione di un sistema di Internet per tutta la casa, una nuova pianta elettrica e, specialmente, la progettazione della nuova aula. Tutti questi argomenti sono stati ancora esaminati lo scorso giugno alla riunione congiunta del mio Consiglio e della Commissione Finanziaria per Sant' Anselmo.
All'inizio di luglio sono stato in Cina e in Corea del Nord. In Corea del Nord ho firmato un contratto per la fondazione di un riparto day hospital presso il nostro ospedale. Ho spostato fino all' anno prossimo un viaggio pianificato per la prima metà di agosto. Ciò mi da la possibilità di riposarmi un po', recuperare le mie risorse e di occuparmi del montagna di corrispondenza che si è accumulata. Anche se spendo la giornata alla mia scrivnia trovo il tempo la sera per alcune vasche della piscina.
Voglio parlarvi della canonizzazione il 26 aprile scorso di San Bernardo Tolomei, il fondatore di Monte Oliveto e con esso della Congregazione Benedettina di Monte Oliveto. Durante un periodo di riforma monastica, nell'anno 1313, San Bernardo Tolomei si è ritirato con i suoi compagni da Siena a Monte Oliveto ed ha fondato la sua comunità basata sulla regola di San Benedetto. È morto della peste che ha contratto curando con grande abnegazione le vittime di questa malattia. La sua canonizzazione era lungamente in ritardo dato i grandi benefici per la chiesa durante i secoli dalla sua fondazione, ora sparsa oltre all'Europa in America, in Africa ed in Asia. Sto pensando ugualmente alle molte Olivetane che lavorano fruttuosamente in Svizzera e in Corea del Sud. Anche in Cina è stato possibile restituire l'ex comunità a Yanji. È veramente stupefacente che cosa può realizzare un uomo durante i secoli, che vuole seguire Cristo e può ispirare altri per agire in tal modo. I nostri auguri all'Abate Generale Michelangelo Tiribilli, alla sua comunità e congregazione e tutte le Olivetane per questa canonizzazione che inoltre riflette alcuna della gloria sulla famiglia benedetttina in generale. Alla conclusione della canonizzazione il Santo Padre ha sottolineato la grande importanza della vita benedettina per la Chiesa. Speriamo che nostri altri beati benedettini siano riconosciuti dalla chiesa universale tramite la canonizzazione.
lunedì 3 agosto 2009
La prima, solenne festa per san Bernardo Tolomei nella sua abbazia
L'archicenobio di Monte Oliveto Maggiore, casa madre della Congregazione fondata da San Bernardo Tolomei, ha reso noto il programma dei festeggiamenti in occasione della prima solennità liturgica in onore del nuovo Santo. Il giorno 18 agosto p.v. si terranno i solenni primi vesprie e un solenne ufficio vigliare nel coro della chiesa abbaziale. Il giorno 19 agosto, invece, la comunità monastica celebrerà le lodi mattutine nella grotta tradizionalmente ritenuta la prima dimora eremitica del santo nell'inizio "anarcoretico" della nostra famiglia monastica, negli anni dal 1313 al 1319. Alle ore 10.45 il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione dei Vescovi, presiederà la solenne concelebrazione pontificale cui parteciperanno i Vescovi di Siena e di Arezzo, oltre naturalmente al nostro Padre abate generale. Al pomeriggio, alle ore 18.30, si terranno i solenni vespri pontificali. Questi ultimi saranno preceduti da un concerto d'organo eseguito nella chiesa abbaziale da Sergio Militello che inizierà alle ore 17. In tale solenne circostanza sarà presentata la tela restaurata di Fabrizio Carolari, mirabile ritratto dei nostri Santi Padri Benedetto e Bernardo (1773), qui visibile nella foto sovrastante. L'opera è stata riportata alla originale bellezza dalla perizia del noto restuaratore Daniele Rossi (www.danielerossi.it), già responsabile del riuscito programma di restauro che ha interessato il ciclo di affreschi del Sodoma e del Signorelli del grande chiostro di Monte Oliveto. Il Padre abate generale ha altresì comunicato che il 7 novembre si inaugurerà presso l'archicenobio la mostra «Giovanni Bernardo Tolomei: Testimoniare Cristo con la vita". Nell'imminenza di questo giorno di grazia, che riporta il cuore di tutti i monaci e le monache, gli oblati e le oblate della famiglia monastica olivetana al 26 aprile scorso, il Padre abate generale ha diffuso questa lettera inviata a tutte le comunità:
19 Agosto 2009: Un giorno da vivere alla grande!
"Il Dono” per Rafforzare L’Unità, La Solidarietà, La Carità
A tutti i Carissimi Confratelli e alle Dilettissime Consorelle,
agli oblati e oblate della famiglia Olivetana,
Il 26 aprile u.s. nella omelia che il Santo Padre Benedetto XVI ha pronunciato per la Canonizzazione del nostro Santo Fondatore, San Bernardo Tolomei, la concludeva con questo auspicio: “…tradurre la nostra fede in una vita dedicata a Dio nella preghiera e spesa al servizio del prossimo sotto la spinta di una carità pronta anche al sacrificio supremo”.
L’auspicio del Santo Padre trova una occasione per avere una accelerazione nella sua attuazione: il 19 agosto p.v., I° festa liturgica del novello Santo. Una giornata che vivremo, tutti quanti, alla “GRANDE”! Ciò significa che terremo presente quanto dice il nostro Corpo Costituzionale. Al n°1, dopo l’analisi del nostro sorgere e del nostro sviluppo, è evidenziata una delle nostre peculiari caratteristiche: “…si realizzava così un’unità intorno a Monte Oliveto. Questa stretta unità delle comunità tra loro e con la Casa Madre di Monte Oliveto garantiva lo stesso slancio spirituale nelle diverse case (loci!); grazie al Capitolo Generale e al ministero dell’Abate Generale sviluppava un Unum Corpus che faceva crescere la carità fraterna al di là dei limiti di ogni monastero. Essa rendeva così le Comunità profondamente solidali le une con le altre”. Sempre all’inizio delle nostre Costituzioni, un po’ più avanti si precisa ulteriormente: “…la nostra stabilità nella Congregazione, di cui l’Archicenobio di Monte Oliveto Maggiore ne è la fonte, conferisce all’Abate di quel luogo una responsabilità speciale nella custodia e nello sviluppo della comunione fra tutti i monasteri. Abate di Monte Oliveto, egli è anche Abate Generale della Congregazione, con tutti i poteri inerenti a questo ministero, soprattutto il dovere di mantenere vivo e far crescere l’unità della carità tra tutti i fratelli, dei quali egli ha la responsabilità ultima”.
A proposito poi del nostro Archicenobio di Monte Oliveto Maggiore, al n°105 delle Costituzioni si legge: “…quale inizio e centro spirituale della Famiglia Olivetana, è il monastero cui si riferisce e fa capo tutta la Congregazione”. E’ evidente allora la motivazione di questo scritto: ogni Monaco e Monaca, come ciascuna Comunità Olivetana hanno il dovere e la gioia di fare della giornata del 19 agosto p.v., al di là delle distanze, un grande passo avanti nella fraternità, nella solidarietà e nella carità; come nessuno verrà meno nell’intercedere dal Santo Fondatore una particolare benedizione e grazia per la Casa Madre, e per il successore di San Bernardo Tolomei. “I monaci… lo aiutino con le preghiera”. (Dir. 255) I monaci poi, iniziando dall’Abate Generale, confidano molto nelle preghiere ancora più fervorose di voi monache e suore della nostra famiglia Olivetana; non solo, ma la vostra partecipazione numerosa alla Canonizzazione del nostro Fondatore rafforza la direttiva delle Costituzioni Olivetane: “La Congregazione avrà un’attenzione particolare alle Comunità femminili, a qualunque titolo giuridico legate alla Congregazione”. (Cost. n°167) Celebriamo con gioia e solennità, e soprattutto viviamo intensamente questa prima grande festa di Bernardo Tolomei, Santo! Il nostro confratello Dom Modesto Scarpini nella sua opera storica “I Monaci di Monte Oliveto”, così descrive cosa accadde nel 1673 in occasione della Beatificazione del nostro Fondatore: “Il Padre Generale, Dom Domenico Minutoli di Lucca, ordinò che, per la prossima festa del Fondatore, a cui era stata annessa anche l’indulgenza plenaria, si facessero pubbliche dimostrazioni di pompa e di venerazione in ogni monastero, consegnando a tal uopo ai Visitatori molte medaglie, immagini e piccole Vite da distribuirsi tra i fedeli. Tale festa fu ottenuta anche per la diogesi di Siena da quel cardinale arcivescovo, Celio Piccolomini.
In molti luoghi, dentro e fuori dell’Ordine, si eressero nuovi altari al nuovo Beato: si prepararono funzioni solenni. La prima celebrazione fu fatta nell’Archicenobio. Ivi, al lato destro dell’altar maggiore, il Minutoli aveva fatta preparare la cappella per il Beato, con stucchi, pitture, dorature, e specialmente con un quadro di buona mano, rappresentante la Madonna che porge la veste religiosa al Beato… Le feste furono rallegrate da fuochi d’artifizio. Gli altri monasteri cercarono di emulare e superare l’Archicenobio”.
E’ vero… il momento che sta attraversando attualmente la Congregazione non è dei migliori. Ma faccio mie le parole e le esortazioni del mio predecessore, Dom Benedetto Buongiovanni di Verona, che in una situazione difficile scrisse, il 25 maggio 1677, a tutti i monasteri della Congregazione: “…se non declineremo dal sentiero delle nostre santificate osservanze, non languirà tra noi quella sollecitudine della Monastica Disciplina, che ne qualifica per figli non degeneri del nostro SS.mo Fondatore. Dunque, preso il consiglio del Nazianzeno, Demus operam, ne torpescamus ad bonum; spiritu ferveamus, ne alioquin paulatim obdormiamus, e viveremo giorni pacifici fra i nostri chiostri nel santo servizio di Dio, da cui imploro a V.P. ed a tutti codesti Dilettissimi Monaci l’affluenza delle Sue Benedizioni.”
Benedico tutti voi di cuore e con rinnovato affetto.
Come fratello nel Signore Affettuosissimo di cuore,
+ MICHELANGELO M. TIRIBILLI OSB OLIV
ABATE GENERALE
DELLA CONGREGAZIONE BENEDETTINA DI SANTA MARIA DI MONTE OLIVETO
ABBAZIA DI MONTE OLIVETO MAGGIORE, LI 31 LUGLIO 2009
COMUNICAZIONE:
Per questa I° festa di San Bernardo Tolomei è stato pubblicato il libro di Dom Giovanni Brizzi OSB: “ICONOGRAFIA DEI SANTI BERNARDO TOLOMEI E FRANCESCA ROMANA (SECOLI XV - XX). SAGGI E TESTIMONIANZE ICONOGRAFICHE RACCOLTI CON LA COLLABORAZIONE DI M. TAGLIABUE” Cesena, Centro Storico Benedettino Italiano, 2009. (ITALIA BENEDETTINA, 33)
Ricordo che il preannunziato Congresso Storico Internazionale a conclusione del IV Centenario della Canonizzazione di Santa Francesca Romana si svolgerà a Roma da giovedì 19 (ore 9:00) a sabato 21 novembre (ore 13:00). Il tema è: LA CANONIZZAZIONE DI SANTA FRANCESCA ROMANA - SANTITÀ, CULTURA E ISTITUZIONI A ROMA FRA MEDIOEVO ED ETÀ MODERNA.
La solennità di San Prospero nel monastero di Camogli
Davvero ricco e articolato è per quest'anno il programma liturgico e culturale per la solennità di San Prospero previsto dal priore, padre Beda Pucci e dalla piccola ma operosa comunità monastica del cenobio olivetano, fondato nel 1880 dall'abate Giovanni Schiaffino, notevole figura di asceta e paleografo insigne, nella nota località ligura della Riviera di Levante.
Sabato 12 settembre alle ore 10 il professor dom Giorgio Picasso, monaco olivetano, preside emerito della facoltà di Lettere dell'Università Cattolica di Milano terrà una conferenza sulla figura del fondatore del monastero di Camogli, l'abate Schiaffino, colto nella sua triplice importanza: di protagonista della rinascenza olivetana del secolo XIX, di esperto paleografo e studioso di testi antichi e, infine, di fautore del culto di San Prospero. Nel pomeriggio alle ore 17, il padre benedettino Réginald Grégoire, postulatore della causa di canonizzazione del nostro amato fondatore, san Bernardo Tolomei, presenterà un profilo agiografico del nuovo Santo, oltre alle vicende più salienti del lungo e difficoltoso iter di santificazione. Alle ore 18 seguirà l'inaugurazione della mostra di pergamene e libri antichi di proprietà del monastero stesso, che resterà aperta fino a sabato 19 settembre, ogni giorno dalle ore 16 alle 18.
L'indomani, domenica 13 settembre, il programma della giornata di festa è il seguente: ore 7.30 celebrazione della Santa Messa; ore 10.30 solenne celebrazione eucaristica presieduta da mons. Domenico Calcagno, segretario dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica e arcivescovo emerito della diocesi di Savona-Noli. L'Eucaristia sarà altresì concelebrata da dom Anthony Smithwich, monaco benedettino olivetano della comunità di Camogli, nel suo 25° di sacerdozio e da dom Giorgio Picasso, monaco genovese dell'abbazia di San Benedetto in Seregno (MI), nel 60° anniversario della sua professione religiosa. Alle ore 11.30 si terrà l'inaugurazione in chiesa di una targa artistica a ricordo del miracolo compiuto per l'intercessione di san Bernardo Tolomei e avvenuto nel monastero di Camogli. Alle ore 16 concluderà la giornata liturgica la celebrazione dei Vespri solenni animata dalla Schola Cantorum del monastero di San Prospero. L'immagine che vedete ritrae il nostro Fondatore ricamato su di un prezioso parato ottocentesco di fattura olivetana. Esso è gelosamente custodito nel "tesoro" della sacrestia del monastero di San Prospero.
domenica 19 luglio 2009
La festa per san Bernardo Tolomei all'Abbazia di Maylis
I nostri cari fratelli dell'Abbazia di Maylis in Francia, più precisamente nella regione delle Landes, ci hanno fornito il programma dettagliato di quanto da loro organizzato per il giorno della prima Solennità liturgica in onore del nuovo Santo, il 19 agosto p.v.
Alle ore 10.30 "diaporama" dedicato al nostro Fondatore, quindi alle ore 11.30 la Santa Messa presieduta da Mons. Robert Le Gall. Seguirà un buffet e quindi la visita al monastero. Il pomeriggio sarà concluso da una conferenza dedicata alla Congregazione in programma alle ore 16.15 cui seguirà il Canto del Vespro. Lunedì 13 luglio p.v. lo stesso "diaporama" sarà proiettato agli oblati e ai famigliari dei monaci invitati in quel giorno all'Abbazia per una giornata di festa e di condivisione culminante nell'Eucaristia che sarà celebrata alla ore 11.
Ad Asciano mostra di 23 artisti contemporanei dedicata a san Bernardo Tolomei
Per immortalare gli episodi più salienti della vita di san Bernardo Tolomei il critico d'arte Gilberto Madioni ha invitato oltre venti artisti, pittori e scultori, a dedicare il loro estro inventivo e tecnico al nostro Fondatore. Le opere saranno esposte in una mostra che si terrà ad Asciano, nel cui territorio comunale si trova l'abbazia fondata da san Bernardo, il cenobio di Monte Oliveto Maggiore (nella suggestiva foto, la campagna nei suoi dintorni). La mostra, organizzata dal Comune di Asciano si terrà presso gli ex lavatoi comunali, recentemente recuperati con il contributo economico della Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Dopo Asciano, in pieno autunno, la mostra si sposterà a Siena.
sabato 11 luglio 2009
Pellegrinaggio dell'Arcidiocesi di Siena a Monte Oliveto Maggiore
Il Consiglio Pastorale Diocesano della Chiesa che è in Siena ha stabilito che Domenica 27 settembre 2009 si svolgerà un pellegrinaggio diocesano a Monte Oliveto Maggiore in occasione della Canonizzazione del fondatore, San Bernardo Tolomei. E' l'occasione offerta a tutti i senesi per rinsaldare i loro legami con la grande abbazia olivetana che, poco distante dalla città, veglia sui suoi destini. Il sacerdote di riferimento per informazioni e iscrizioni è Don Claudio Rosi. L'Arcivescovo inoltre conferma che il 1° dicembre 2009, nella festa di S. Ansano, si terrà la Santa Messa coi monaci di Monte Oliveto e le contrade di Siena.
Una nuova madre per le monache di San Nazario
Con gioia la redazione di questo blog saluta la nuova Madre Priora del Monastero olivetano di San Nazario, situato nel territorio della Diocesi dell'Abbazia territoriale di Monte Oliveto Maggiore. Nate da una fondazione della casa madre di Palo del Colle, l'Abbazia di San Giacomo (nella foto, il coro), le sorelle sono presenti nei pressi dell'Archicenobio per volontà dell'Abate Generale dom. Romualdo Zilianti. La loro testimonianza di vita benedettina claustrale, fra preghiera, lavoro e accoglienza, pare incarnare così un cuore nel cuore della nostra Congregazione. A Madre Enrica vanno gli oranti auguri del nostro Blog e a Madre Giuseppina, per tanti anni guida della piccola comunità, il grazie di tutti i monaci olivetani per la sua bella testimonianza di fede e gentilezza.
venerdì 19 giugno 2009
La Contrada del nostro San Bernardo Tolomei
Non esiste senese che, oltra a sentirsi membro di una secolare comunità cittadina, non senta una ulteriore appartenenza: la propria contrada, coi suoi colori, la sua storia, le sue strade, le sue tradizioni. I Tolomei, con il loro Palazzo sulla piazza omonima, appartengono a tutti gli effetti e da sempre alla Contrada Priora della Civetta, la cui gloriosa bandiera è qui raffigurata. Ebbene, il 21 Maggio 2009, il Consiglio Generale della Civetta, massimo organo deliberativo della contrada, ha determinato di proclamare suo compatrono San Bernardo Tolomei. Come ha scritto Carlo Rossi, Priore della stessa contrada, al nostro Padre Abate Generale, con tale scelta la Civetta riconosce e onora "un'altissima espressione umana e religiosa del territorio in cui il Popolo della Civetta affonda le sue radici. Da tale data pertanto la Civetta onora come propri compatroni Sant'Antonio da Padova e San Bernardo Tolomei".
giovedì 11 giugno 2009
Holy Angels Convent, Arkansas
Al nostro Padre Abate Generale sono giunte le assicurazioni della più intensa partecipazione alla gioia dell'intera Congregazione in occasione della Canonizzazione del nostro amato Fondatore da parte di tutte le sorelle appartenenti all'Holy Angels Convent, famiglia di suore benedettine di vita attiva affiliata al grande ceppo di Monte Oliveto. Per chi ne volesse sapere di più è possibile visitare il loro sito: www.olivben.org
venerdì 5 giugno 2009
La Canonizzazione del nostro Fondatore nel Monastero di Cham, in Svizzera
Le care sorelle del Monastero della Santa Croce a Cham, in Svizzera, ci informano che il 19 agosto p.v. festeggeranno solennemente con tutta la Comunità di 90 Suore il nostro amato San Bernardo Tolomei.
Ecco i recapiti del monastero, cui si riferisce la foto:
Olivetaner Benediktinerinnen
Kloster Heiligkreuz
CH-6330 Cham
+41 41 785 02 00
www.kloster-heiligkreuz.ch
info@kloster-heiligkreuz.ch
lunedì 25 maggio 2009
Il Santo Padre Benedetto XVI a Montecassino
Il Papa Benedetto XVI, grazie all'invito del Padre Abate di Montecassino Dom. Pietro Vittorelli, ha fatto un dono immenso a tutta la famiglia monastica benedettina presiedendo i Vespri solenni dell'Ascensione nella Basilica Cattedrale dell'insigne cenobio.
E' possibile vedere il video della celebrazione liturgica visistando il sito:
http://www.ktotv.com/cms/videos/fiche_video.html?idV=00045134&vl=video_nouveautes
Hanno partecipato al canto del Vespro gli abati e le badesse di una innumerevole quantità di abbazie e monasteri di tutto il mondo, oltre agli abati presidenti e generali di diverse Congregazioni appartenenti alla Confederazione dell'Ordine di San Benedetto.
Queste le parole pronunciate dal Santo Padre in questa straordinaria occasione che rinsalda i legami del monachesimo benedettino e di Montecassino in particolare alla Sede Apostolica:
CELEBRAZIONE DEI VESPRI
CON GLI ABATI BENEDETTINI
E COMUNITÀ DI MONACI E MONACHE BENEDETTINE
OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
Solennità dell’Ascensione del Signore
Basilica dell'Abbazia di Montecassino
Domenica, 24 maggio 2009
Cari fratelli e sorelle della grande Famiglia benedettina!
A conclusione dell’odierna mia visita, mi è particolarmente gradito sostare in questo luogo sacro, in questa Abbazia, quattro volte distrutta e ricostruita, l’ultima volta dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale di 65 anni fa. “Succisa virescit”: le parole del suo nuovo stemma ne indicano bene la storia. Montecassino, come secolare quercia piantata da san Benedetto, è stata “sfrondata” dalla violenza della guerra, ma è risorta più vigorosa. Più di una volta ho avuto modo anch’io di godere dell’ospitalità dei monaci, e in questa Abbazia ho trascorso momenti indimenticabili di quiete e di preghiera. Questa sera vi siamo entrati cantando le Laudes regiae per celebrare insieme i Vespri della solennità dell’Ascensione di Gesù. A ciascuno di voi esprimo la gioia di condividere questo momento di preghiera, salutandovi tutti con affetto, grato per l’accoglienza che avete riservato a me e a quanti mi accompagnano in questo pellegrinaggio apostolico. In particolare, saluto l’Abate Dom Pietro Vittorelli, che si è fatto interprete dei vostri comuni sentimenti. Estendo il mio saluto agli Abati, alle Abbadesse e alle comunità benedettine qui presenti.
Oggi la liturgia ci invita a contemplare il mistero dell’Ascensione del Signore. Nella breve lettura, tratta dalla Prima Lettera di Pietro, siamo stati esortati a fissare lo sguardo sul nostro Redentore, che è morto “una volta per sempre per i peccati” per ricondurci a Dio, alla cui destra si trova “dopo essere salito al cielo e aver ottenuto la sovranità sugli angeli, i Principati e le Potenze” (cfr 1 Pt 3, 18.22). “Elevato in alto” e reso invisibile agli occhi dei suoi discepoli, Gesù non li ha tuttavia abbandonati: infatti, “messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito” (1 Pt 3,18), Egli è ora presente in modo nuovo, interiore nei credenti, ed in Lui la salvezza è offerta ad ogni essere umano senza differenza di popolo, lingua e cultura. La Prima Lettera di Pietro contiene precisi riferimenti agli eventi cristologici fondamentali della fede cristiana. La preoccupazione dell’Apostolo è quella di porre in luce la portata universale della salvezza in Cristo. Analogo assillo troviamo in san Paolo, del quale stiamo celebrando il bimillenario della nascita, che alla comunità di Corinto scrive: “Egli (il Cristo) è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro” (2 Cor 5, 15).
Non vivere più per se stessi, ma per Cristo: ecco ciò che dà senso pieno alla vita di chi si lascia conquistare da Lui. Lo manifesta chiaramente la vicenda umana e spirituale di san Benedetto, che, abbandonato tutto, si pose alla fedele sequela di Gesù Cristo. Incarnando nella propria esistenza il Vangelo, è diventato iniziatore d’un vasto movimento di rinascita spirituale e culturale in Occidente. Vorrei qui fare cenno a un evento straordinario della sua vita, di cui riferisce il biografo san Gregorio Magno e a voi certamente ben noto. Si potrebbe quasi dire che anche il santo Patriarca fu “elevato in alto” in una indescrivibile esperienza mistica. La notte del 29 ottobre del 540, – si legge nella biografia – mentre, affacciato alla finestra, “con gli occhi fissi su delle stelle s’internava nella divina contemplazione, il santo sentiva che il cuore gli si infiammava… Per lui il firmamento stellato era come la cortina ricamata che svelava il Santo dei Santi. Ad un certo punto l’anima sua si sentì trasportata dall’altra parte del velo, per contemplare svelatamente il volto di Colui che abita entro una luce inaccessibile” (cfr A.I. Schuster, Storia di san Benedetto e dei suoi tempi, Ed. Abbazia di Viboldone, Milano, 1965, p. 11 e ss.). Di certo, analogamente a quanto avvenne per Paolo dopo il suo rapimento in cielo, anche per san Benedetto, a seguito proprio di tale straordinaria esperienza spirituale, dovette iniziare una vita nuova. Se infatti la visione fu passeggera, gli effetti rimasero, la stessa sua fisionomia – riferiscono i biografi – ne risultò modificata, il suo aspetto restò sempre sereno e il portamento angelico e, pur vivendo sulla terra, si capiva che con il cuore era già in Paradiso.
San Benedetto ricevette questo dono divino non certo per soddisfare la sua curiosità intellettuale, ma piuttosto perché il carisma di cui Iddio lo aveva dotato avesse la capacità di riprodurre nel monastero la vita stessa del cielo e ristabilirvi l’armonia del creato mediante la contemplazione e il lavoro. Giustamente, pertanto, la Chiesa lo venera come “eminente maestro di vita monastica” e “dottore di sapienza spirituale nell’amore alla preghiera e al lavoro”; “fulgida guida di popoli alla luce del Vangelo” che “innalzato al cielo per una strada luminosa” insegna agli uomini di tutti i tempi a cercare Dio e le ricchezze eterne da Lui preparate (cfr Prefazio del Santo nel supplemento monastico al MR, 1980, 153).
Sì, Benedetto fu esempio luminoso di santità e indicò ai monaci come unico grande ideale Cristo; fu maestro di civiltà che, proponendo un’equilibrata ed adeguata visione delle esigenze divine e delle finalità ultime dell’uomo, tenne sempre ben presenti anche le necessità e le ragioni del cuore, per insegnare e suscitare una fraternità autentica e costante, perché nel complesso dei rapporti sociali non si perdesse di mira un’unità di spirito capace di costruire ed alimentare sempre la pace. Non a caso è la parola Pax ad accogliere i pellegrini e i visitatori alle porte di questa Abbazia, ricostruita dopo l’immane disastro del secondo conflitto mondiale; essa si eleva come silenzioso monito a rigettare ogni forma di violenza per costruire la pace: nelle famiglie, nelle comunità, tra i popoli e nell’intera umanità. San Benedetto invita ogni persona che sale su questo Monte a cercare la pace e a seguirla: “inquire pacem et sequere eam (Ps. 33,14-15)” (Regola, Prologo, 17).
Alla sua scuola i monasteri sono diventati, nel corso dei secoli, fervidi centri di dialogo, di incontro e di benefica fusione tra genti diverse, unificate dalla cultura evangelica della pace. I monaci hanno saputo insegnare con la parola e con l’esempio l’arte della pace attuando in modo concreto i tre “vincoli” che Benedetto indica come necessari per conservare l’unità dello Spirito tra gli uomini: la Croce, che è la legge stessa di Cristo; il libro e cioè la cultura; e l’aratro, che indica il lavoro, la signoria sulla materia e sul tempo. Grazie all’attività dei monasteri, articolata nel triplice impegno quotidiano della preghiera, dello studio e del lavoro, interi popoli del continente europeo hanno conosciuto un autentico riscatto e un benefico sviluppo morale, spirituale e culturale, educandosi al senso della continuità con il passato, all’azione concreta per il bene comune, all’apertura verso Dio e la dimensione trascendente. Preghiamo perché l’Europa sappia sempre valorizzare questo patrimonio di principi e di ideali cristiani che costituisce un’immensa ricchezza culturale e spirituale.
Ciò è possibile però soltanto se si accoglie il costante insegnamento di san Benedetto, ossia il “quaerere Deum”, cercare Dio, come fondamentale impegno dell’uomo. L’essere umano non realizza appieno sé stesso, non può essere veramente felice senza Dio. Tocca in particolare a voi, cari monaci, essere esempi viventi di questa interiore e profonda relazione con Lui, attuando senza compromessi il programma che il vostro Fondatore ha sintetizzato nel “nihil amori Christi praeponere”, “nulla anteporre all’amore di Cristo” (Regola 4,21). In questo consiste la santità, proposta valida per ogni cristiano, più che mai nella nostra epoca, in cui si avverte la necessità di ancorare la vita e la storia a saldi riferimenti spirituali. Per questo, cari fratelli e sorelle, è quanto mai attuale la vostra vocazione ed è indispensabile la vostra missione di monaci.
Da questo luogo, dove riposano le sue spoglie mortali, il santo Patrono d’Europa continua ad invitare tutti a proseguire la sua opera di evangelizzazione e di promozione umana. Incoraggia in primo luogo voi, cari monaci, a restare fedeli allo spirito delle origini e ad essere interpreti autentici del suo programma di rinascita spirituale e sociale. Vi conceda questo dono il Signore, per intercessione del vostro Santo Fondatore, della sorella santa Scolastica e dei Santi e Sante dell’Ordine. E la celeste Madre del Signore, che oggi invochiamo quale “Aiuto dei cristiani”, vegli su di voi e protegga questa Abbazia e tutti i vostri monasteri, come pure la comunità diocesana che vive attorno a Montecassino. Amen!
Fonte: http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/homilies/2009/documents/hf_ben-xvi_hom_20090524_vespri-montecassino_it.html
I festeggiamenti per San Bernardo Tolomei nell'Abbazia di Maylis in Francia
Carissimi amici e amiche del Blog, il Padre Abate di Maylis, bellissimo monastero olivetano nelle Landes francesi, ci inoltra il programma dei loro festeggiamenti in onore di San Bernardo Tolomei:
13 luglio p.v: giornata di festa per le famiglie dei monaci e degli oblati
19 agosto: giornata per i monaci e le monache dei dintorni del monastero (Sud-est della Francia)
25 ottobre: giornata di festa per la Diocesi e gli amici del monastero.
Tutti sono invitati a partecipare!
Notizie dal monastero olivetano del Ghana
Dear Olivetan Brothers & Sisters,
Peace greetings from Akwaboa - Ghana!!
I would like to share with you Our way of life in Ghana Monastery, Last but not the lest community of Olivetan Congregation.
Our Monastery dedicated to St. Mary of Monte Oliveto was Inaugurated on the 21st March 2006 in the hands of Apostolic Nuncio in Ghana and the Abbot General Michelangelo M. Tiribilli.
After the inauguration of our Monastery, the community entered into a hardship and a difficult situation: "The death of our Brother D. John, Change of many leadership, misunderstanding between the brothers and the superiors, lack of formation, financial problems etc."
But in all these, the community is back on it feet!! still alive, strong, full of God´s Grace and the powerful assistance of the Blessed Virgin Mary, St. Bernardo Tolomei and Santa Francesca Romana.
We are 4 Monks with one Regular oblate and 4 Aspirants in Ghana Community now, we have other 6 Ghanaian brothers and one Regular Oblate in Italy.
We in Ghana community rise up at 4:30am and begins our prayers from 4;45am, seeking to grow in love of God and neighbour through the Monastic life of prayer, work and community life.
We live and work according to the Rule of St. Benedict centring our life around our prayer. We come together for prayer 8 times a day: Vigils, Lauds, Terce, Sext, None, Rosary, Vespers, and Complian and for H. Eucharist and have other time for Lectio Divina and
meditation, 1st Saturday of every month Retreat in honour of the Blessed Virgin Mary.
We would like to thank all our dear brothers and sisters who have been praying for Ghana community of Monte Oliveto. We continue to appeal to all brothers and sisters of Olivetan Congregation to continue pray for us your junior brothers. The most precious thing you can offer us is your daily prayers and support and if you have English books kindly sends us some because we have empty shares in our library.
Be rest assured of our daily prayers for all of you. Thank you and May God bless you all.
With love & prayers
D. Francis M. Kumi osb.
sabato 23 maggio 2009
San Miniato al Monte per san Bernardo Tolomei
La comunità monastica di San Miniato al Monte a Firenze annuncia con gioia che martedì 2 giugno alle ore 17.30 il Padre Abate Generale di Monte Oliveto presiederà una solenne liturgia eucaristica in onore di San Bernardo Tolomei. Tale celebrazione si inserisce nei programmi di festeggiamento del nuovo Santo previsti in tutti i monasteri della nostra Congregazione. E' attesa la partecipazione di rappresentanti delle diverse comunità monastiche operanti nell'arcidiocesi fiorentina, oltre alle suore a noi affiliate, quelle cioè di Vita et Pax e le Stabilite nella Carità, presenti a Settignano e a Soffiano. Ancora a Settignano, nel nostro ex monastero dedicato ai Santi Giuseppe e Benedetto, opera un collegio internazionale di ispirazione cristiana che organizza corsi e soggiorni per studenti da ogni parte del mondo. L'ente si chiama Fondazione Bernardo Tolomei ed è vicino al movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione. Anch'essi si uniranno alla gioia dei monaci olivetani di San Miniato al Monte, presenti in quella Basilica dal 1373 e in arcidiocesi da quando san Bernardo Tolomei volle aprire un monastero fuori porta San Frediano, e cioè nel 1334. La fotografia ritrae il mirabile, geometrico interno della Basilica di San Miniato al Monte.
La Corea per San Bernardo Tolomei
lunedì 18 maggio 2009
Pecos per san Bernardo Tolomei
Padre Stephen Coffey, superiore dell'abbazia olivetana di Pecos, nel New Mexico, USA, ci informa che la Canonizzazione del nostro Fondatore sarà da loro festeggiata il prossimo 19 agosto col concorso di vescovi locali, abati e priori benedettini. Nella foto un dettaglio di vita quotidiana all'abbazia di Pecos, tratto dal sito http://www.pecosmonastery.org
venerdì 8 maggio 2009
Un messaggio dal Padre Postulatore, Dom Réginald Grégoire
Carissimi lettori,
il Padre Abate Generale ci prega di pubblicare nel nostro blog questo intenso messaggio, quasi una sorta di "testamento" del carissimo Padre Postulatore Dom Réginald Grégoire, al termine della sua memorabile impresa: la Canonizzazione del nostro Fondatore, da lui perseguita con singolare determinazione appena il Capitolo generale della nostra Congregazione, nel 1998, gli chiese questo arduo e delicato servizio. Credo che tutti noi monaci e monache di Monte Oliveto siamo rimasti impressionati e commossi nel vedere il Santo Padre alzarsi appena il nostro Padre Postulatore si avvicinava, sorridente e deferente al contempo, al suo trono, durante la Messa di Canonizzazione. Un momento intensissimo e toccante, in cui con orgoglio, gioia e riconoscenza ciascuno di noi, attraverso il padre Réginald, era quasi "a tu per tu" col Papa! Che altro aggiungere? Grazie Santo Padre Benedetto! Grazie per sempre e ancora una volta grazie Padre Réginald! Grazie per sempre da tutta la nostra famiglia monastica di Monte Oliveto!
Ecco qui il suo messaggio:
30 aprile 2009.
Ai confratelli monaci benedettini olivetani.
Cari confratelli,
La celebrazione della canonizzazione è conclusa. Nella mia funzione di Postulatore, invio alcune riflessioni personali, che sono il punto finale di un impegno accettato nel 1998.
Bernardo Tolomei, per decisione infallibile del Vicario di Cristo, è ufficialmente santo, dal 26 aprile 2009, alle ore 10.35. Per sempre. Con gioia indicibile, i presenti hanno ascoltato la voce del nostro amato Papa. In quell’istante, dopo una timida pioggia, il sole si è acceso. Il cielo si univa all’esultanza della terra. In Paradiso, nel gruppo dei santi, santa Francesca Romana accoglieva il suo padre, san Bernardo Tolomei. Privatamente ho ringraziato il Pontefice, che mi ha detto: “Era tempo di canonizzarlo”; l’ultima parola pontificia è stata “Pregate per me”; ho risposto: “Padre Santo, lo facciamo ogni giorno”.
A quel momento ho percepito chiaramente che san Bernardo ni stringeva la mano. Un’ identica sensazione era stata avvertita in Concistoro (21 febbraio 2009) quando Benedetto XVI aveva comunicato la sua decisione di procedere alla canonizzazione. San Bernardo mi ha confortato, dicendomi: “Sei un confratello che mi vuole bene”. Un istante di illuminazione spirituale ha cancellato 10 anni di tormentato percorso processuale. La mia commozione era intensa. Ad ogni tappa, santa Francesca Romana mi era stata sostegno; La invocavo all’inizio del Processo diocesano (Genova 2002); La invocavo per raccogliere il giudizio positivo dei Consultori Teologi (2008). Ora era presente, spiritualmente, con noi e con l’intera Congregazione Benedettina di S.Maria di Monteoliveto.
Spesso, in questi 10 anni di Processo canonic, ho trascorso gran parte della notte in preghiera e in “lectio divina”, per ottenere il superamento di ostacoli che hanno periodicamente rallentato il ritmo della Causa. Mi univo spiritualmente alla preghiera notturna dei miei amici monaci certosini debitamente informati. Non mi sono mai scoraggiato. L’itinerario è stato accettato con una serenità continua; inizialmente non immaginavo che sarebbero stati necessari 10 anni di lavoro, cioè oltre 100 sedute di lavoro presso la Congregazione delle Cause dei Santi, con ogniqualvolta circa due ore di confronto e di discussione. Il mio arrivo mensile in quella Congregazione è stato umoristicamente definito da un funzionario “una persecuzione”. Bisognava infatti dimostrare l’interesse della Congregazione benedettina olivetana per il buon esito del Processo. La diplomazia e la tenacia sorridente sono state efficaci. Gli incontri vaticani più significativi furono sempre puntualmente segnalati al Rev.mo P.Abate Generale, con apposito messaggio di posta elettronica. Tornato in monastero, riflettevo e redigevo i carteggi da consegnare in Congregazione delle Cause dei Santi per ulteriori confronti e approfondimenti; alcuni di questi nuovi carteggi furono stampati. In complemento a quanto già narrato da d.Placido Lugano, la storia della Causa è stata redatta per L’Ulivo.
Dopo le predette sedute di lavoro, andavo all’Archivio Segreto Vaticano, alla ricerca di documenti olivetani primitivi, eventualemente conservati nei carteggi dei Papi di Avignone (secolo XIV). Questi 349 “Registri avignonesi” sono massicci registri, ognuno di circa 1000 fogli pergamenacei, consultabili in DVD. Ho gia rintracciato il testo originale di una Bolla inviata a Bernardo il 21 gennaio 1344; ora, cerco altri documenti nei 2749 “Registri Vaticani”, che sono la copia dei “Registri Avignonesi”; il lavoro è complesso, perché i testi non sono inseriti in ordine cronologico o in ordine tematico o in ordine dei destinatari. Occorono occhi buoni e pazienza.
In funzione di Postulatore, affezionato ai santi, esprimo alcune considerazioni che avrei desiderato comunicare a voce, ma l’occasione non si è presentata.
1. San Bernardo sia sempre presente e attivo in ognuno di voi e nelle vostre comunità. Prendete note delle “grazie ricevute”; sollecitate eventuali miracoli , da registrare attentamente e completamente.
2. Le vostre comunità siano centri di devozione ai santi Benedetto e Bernardo. Nella celebrazione eucaristica in particolare, nei vari canoni, citate sempre “ i nostri santi padri Benedetto e Bernardo”, per analogia con alcune altre Congregazioni benedettine. Insistere sulla fisionomia benedettina della Congregazione di S.Maria di Monteoliveto non è superfluo
3. Quando le cose non vanno “nel verso giusto” nella vostra vita personale o comunitaria, ricorrete a san Bernardo, coinvolgetelo sempre. Dopo tanti secoli la sua presenza attiva presso Dio è stata riconosciuta dal Papa Benedetto XVI. Pur essendo Fondatore e Padre, Bernardo sia, in qualche modo, un Fratello maggiore che ci da una mano. Prego per voi e con voi; vi chiedo soltanto di ricordarmi nelle vostre preghiere quando sarà concluso il mio pellegrinaggio terrestre.
Sono felice di essere stato lo strumento della Provvidenza con voi e per voi. Vedere il volto del Santo sulla facciata della Basilica di S.Pietro in Vaticano, è stata una grazia unica, il punto di arrivo di una speranza, un incontro che aspettavo dal 1998, una felicità soprannaturale. Tutto era pronto del 3 luglio 2008, giorno del riconoscimento pontificio del miracolo. Si è dovuto poi aspettare la convocazione del Concistoro (21 febbraio 2009), durante il quale il Papa ha indicato la data di canonizzazione. Gli avevo scritto un suggerimento: canonizzare Bernardo nell’anno commemorativo della canonizzazione di Francesca Romana, per non essere costretti a celehrare il prossimo 19 agosto 2009 un beato Bernardo, virtualmente santo. Il Santo Padre ha acconsentito, e pertanto ha proceduto alla canonizzazione il 26 aprile 2009, senza rimandare alla canonizzazione di altri beati il prossimo 11 ottobre 2009. Il 19 agosto 2009 la Congregazione benedettina di S.Maria di Monteoliveto celebrerà esultante di gioia la prima celebrazione solenne in onore di san Bernardo Tolomei.
Prossimamente leggerete la Bolla di canonizzazione, il cui inizio latino è il versetto evangelico “Maiorem caritatem”. Senza costituire una documento storiografico, la Bolla (Lettera Apostolica) è un breve riassunto spirituale e storico del messagio vitale di s.Bernardo. Gli storici, che sono spesso anche collaboratori de L’Ulivo, si dedicheranno all’analisi interpretativa di una esistenza che comporta ancora alcuni elementi insicuri, riferiti dalla documentazione agiografica e cronacistica.
Concludendo, ripeto ciò che ho affermato rapidamente in conclusione della messa solenne di ringraziamento (27 aprile 2009). “Nessuno si vanta di essere cristiano, o monaco, o sacerdote; non mi vanto di essere stato Postulatore”. Da monaco, ho l’ umile soddisfazione di aver portato a termine tutte le mansioni affidatemi; in particolare, non potete immaginare la mia felicità di avere concluso positivamente una Causa degna di interesse e di rispetto. Dopo la fioritura di santi monaci medievali, s.Bernardo è il primo benedettino canonizzato del terzo millennio. Ringraziamo il Signore per averci dato un Santo da invocare e da imitare nella vita quotidiana. Alleluia. Alleluia. Alleluia.
d. Réginald Grégoire
mercoledì 6 maggio 2009
Le parole del nostro Padre Abate Generale all'indomani della Canonizzazione del nostro Fondatore
OMELIA IN OCCASIONE DELLA MESSA DI RINGRAZIAMENTO PER LA CANONIZZAZIONE DI
SAN BERNARDO TOLOMEI
CELEBRATA NELLA BASILICA DI SANTA FRANCESCA ROMANA
IN ROMA IL 27 APRILE 2009
Carissimi confratelli, consorelle, oblati e oblate,
Sono più che convinto che tutti noi sentiamo il cuore colmo di gratitudine: vedere il nostro Fondatore esposto nella splendida e solenne facciata della Basilica di San Pietro e il Santo Padre che a gloria della Santissima Trinità lo proclama Santo! Che felicità!
Non può non avere suscitato gioia; questo sentimento è una spinta propulsiva ad esprimere riconoscenza e gratitudine. A chi soprattutto? A Dio, datore di ogni dono perfetto. Specie in questi ultimi tempi lo abbiamo supplicato molto, almeno nella nostra casa madre di Monte Oliveto. Ma il nostro grazie è tanto più concreto e autentico se non è un sentimento passeggero, effimero, del momento, ma si prolunga nella nostra vita.
Carissimi confratelli e consorelle, oblati e oblate, ciò che ora facciamo e celebriamo sia solo l’inizio di un azione di grazie che si prolungherà non solo nelle solenni celebrazioni che dovranno essere organizzate nei nostri monasteri e partecipate e fatte condividere a tutto il popolo di Dio del territorio, ma soprattutto si concretizzerà, si perfezionerà, si completerà giorno per giorno nell’attuare la sua testimonianza evangelica e il suo progetto di vita monastica.
Bernardo fu appassionatamente monaco, vero figlio di San Benedetto, e per questo, non solo è diventato santo, ma è stato riconosciuto degno di essere proposto come modello di santità a tutta la Chiesa. Siamo grati, se anche noi ci appassioniamo nella e per la vita monastica, secondo la fisionomia che lui ci ha proposto.
Passione! E’ impegno, è vitalità, sofferenza, è spirito di sacrificio e generosità: proprio per questo è anche gioia e gratificazione. Così non meriteremo il rimprovero che Gesù fa alla folla (Gv6, 26). Non siamo venuti a Roma per partecipare a una solenne e numerosa cerimonia, ma perché nella Canonizzazione del nostro Fondatore Bernardo Tolomei, abbiamo visto, e vogliamo vedere sempre meglio un segno con cui il Signore ci vuole parlare, ci vuole indicare un itinerario di santità, la sua volontà nei nostri riguardi.
E’ questo “che dura per la vita eterna”, non certamente la splendida e solenne celebrazione di ieri.
Non ci capiti di agire nei confronti del Signore Gesù allo stesso modo in cui agirono i persecutori di Stefano (I° Lettura – lunedì della III settimana di Pasqua: Atti 6, 8-15) che, pur riconoscendo sul suo volto il riflesso della vita di Dio, non ne poterono sopportare il fulgore e lo condannarono. Per questo il Signore Gesù ci mette in guardia: “Voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati” (Gv6, 26). Davanti a questa Parola del Signore che mette a nudo la nostra difficoltà a intuire ciò che il Signore vuole dire a ciascuno di noi, alla nostra Comunità, e a tutta la Congregazione attraverso questo evento di grazia, e a vedere più lontano, il rischio è che noi resistiamo alla sapienza ispirata con la quale San Bernardo Tolomei parla ancora oggi: anche noi – in un modo senz’altro meno evidente – ne eliminiamo la presenza dalla nostra attenzione e dalla nostra vita, con le nostre indifferenze e superficialità.
Ogni volta che ci nutriamo alla mensa della Parola e del Pane, ogni volta che percepiamo anche solo nel segreto del nostro cuore il profumo di un pur fugace passaggio del Signore – e la Canonizzazione lo è stato – siamo chiamati a porre la domanda giusta, che non è: “Quando sei venuto qua?” (Gv6, 25) ma: “Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?” (Gv6, 28). La risposta è così semplice da metterci in serio imbarazzo: “Credere in colui che egli ha mandato” (Gv6, 29). Accogliere il Signore Gesù come il centro della nostra vita: ciò significa affrontare un bel pezzo di cammino “alla ricerca di Gesù” (Gv6, 24). Si tratta di un cammino che permette la conversione dal vedere al credere, dall’accoglienza del segno – il pane abbondantemente donato e condiviso –al suo senso più profondo fino a “credere in colui che egli ha mandato” (Gv6, 29).
Oggi siamo invitati a credere ed amare come il nostro San Bernardo Tolomei, che non solo ha testimoniato Cristo, ma lo ha imitato nel dare la vita per i propri amici. “Non c’è un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.” (Gv15, 13)
+ MICHELANGELO M. TIRIBILLI OSB OLIV
ABATE GENERALE DELLA CONGREGAZIONE BENEDETTINA
DI SANTA MARIA DI MONTE OLIVETO
venerdì 1 maggio 2009
Mediaworld!
Carissime e carissimi confratelli, amici, fedeli:
chi volesse sperimentare o rivivere l'emozionante e intensa bellezza della memorabile liturgia eucaristica di Canonizzazione del 26 aprile 2009, III Domenica di Pasqua, potrà trovare il filmato con un commento in lingua francese visitando questo sito:
http://www.ktotv.com/cms/videos/fiche_video.html?idV=00044503&vl=video_nouveautes
Un'ampia scelta di foto è invece reperibile in
http://www.fotografiafelici.com/index.php?page=scripts/inserimento&num_file=0&cerimonia=9116%20Canonizzazioni%20in%20piazza%20S.pietro&data=2009-04-29%2017:07:26&cod=965&language=ITA&n_page=1&da=1#su
La redazione di questo blog e del sito www.sanbernardotolomei.it attende anche i Vostri contributi "mediatici" sull'evento di grazia che abbiamo appena vissuto:
foto, filmati, testimonianze: tutto sarà gradito dono per poter arricchire la gioia di tutta la nostra famiglia monastica e dei tantissimi che hanno scoperto nel nostro Bernardo Tolomei un padre, un testimone, un modello di santità nella loro vita spirituale!
martedì 28 aprile 2009
L'Omelia di Papa Benedetto XVI per la Canonizzazione del nostro Fondatore e di altri quattro amici di Dio
CAPPELLA PAPALE
PER LA CANONIZZAZIONE DEI BEATI
Arcangelo Tadini (1846-1912)
Bernardo Tolomei (1272-1348)
Nuno de Santa Maria Alvares Pereira (1360-1431)
Gertrude Comensoli (1847-1903)
Caterina Volpicelli (1839-1894)
OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
Sagrato della Basilica Vaticana
Domenica, 26 aprile 2009
Cari fratelli e sorelle,
in questa terza domenica del tempo pasquale, al centro della nostra attenzione la liturgia pone ancora una volta il mistero di Cristo risorto. Vittorioso sul male e sulla morte, l’Autore della vita, che si è immolato quale vittima di espiazione per i nostri peccati, “continua ad offrirsi per noi ed intercede come nostro avvocato; sacrificato sulla croce più non muore e con i segni della passione vive immortale” (cfr Prefazio pasquale 3). Lasciamoci interiormente inondare dal fulgore pasquale che promana da questo grande mistero, e con il Salmo responsoriale preghiamo: “Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto”.
La luce del volto di Cristo risorto risplende oggi su di noi particolarmente attraverso i tratti evangelici dei cinque Beati che in questa celebrazione vengono iscritti nell’albo dei Santi: Arcangelo Tadini, Bernardo Tolomei, Nuno de Santa Maria Alvares Pereira, Gertrude Comensoli e Caterina Volpicelli. Mi unisco volentieri all’omaggio che a loro rendono i pellegrini, qui convenuti da varie nazioni, ai quali con grande affetto rivolgo un cordiale saluto. Le diverse vicende umane e spirituali di questi nuovi Santi stanno a mostrarci il rinnovamento profondo che nel cuore dell’uomo opera il mistero della risurrezione di Cristo; mistero fondamentale che orienta e guida tutta la storia della salvezza. Giustamente pertanto la Chiesa sempre, ed ancor più in questo tempo pasquale, ci invita a dirigere i nostri sguardi verso Cristo risorto, realmente presente nel Sacramento dell’Eucaristia.
Nella pagina evangelica, san Luca riferisce una delle apparizioni di Gesù risorto (24,35-48). Proprio all’inizio del brano, l’evangelista annota che i due discepoli di Emmaus, tornati in fretta a Gerusalemme, raccontarono agli Undici come lo avevano riconosciuto “nello spezzare il pane” (v. 35). E mentre essi stavano narrando la straordinaria esperienza del loro incontro con il Signore, Egli “in persona stette in mezzo a loro” (v. 36). A causa di questa sua improvvisa apparizione gli Apostoli restarono intimoriti e spaventati, al punto che Gesù, per rassicurarli e vincere ogni titubanza e dubbio, chiese loro di toccarlo – non era un fantasma, ma un uomo in carne ed ossa - e domandò poi qualcosa da mangiare. Ancora una volta, come era avvenuto per i due di Emmaus, è a tavola, mentre mangia con i suoi, che il Cristo risorto si manifesta ai discepoli, aiutandoli a comprendere le Scritture e a rileggere gli eventi della salvezza alla luce della Pasqua. “Bisogna che si compiano – egli dice – tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi” (v. 44). E li invita a guardare al futuro: “nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati” (v. 47).
Questa stessa esperienza, ogni comunità la rivive nella celebrazione eucaristica, specialmente in quella domenicale. L’Eucaristia, il luogo privilegiato in cui la Chiesa riconosce “l’autore della vita” (cfr At 3,15), è “la frazione del pane”, come viene chiamata negli Atti degli Apostoli. In essa, mediante la fede, entriamo in comunione con Cristo, che è “altare, vittima e sacerdote” (cfr Prefazio pasquale 5). Ci raduniamo intorno a Lui per far memoria delle sue parole e degli eventi contenuti nella Scrittura; riviviamo la sua passione, morte e risurrezione. Celebrando l’Eucaristia comunichiamo con Cristo, vittima di espiazione, e da Lui attingiamo perdono e vita. Cosa sarebbe la nostra vita di cristiani senza l’Eucaristia? L’Eucaristia è la perpetua e vivente eredità lasciataci dal Signore nel Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, che dobbiamo costantemente ripensare ed approfondire perché, come affermava il venerato Papa Paolo VI, possa “imprimere la sua inesauribile efficacia su tutti i giorni della nostra vita mortale” (Insegnamenti, V [1967], p. 779). Nutriti del Pane eucaristico, i santi che oggi veneriamo, hanno portato a compimento la loro missione di amore evangelico nei diversi campi, in cui hanno operato con i loro peculiari carismi.
Lunghe ore trascorreva in preghiera davanti all’Eucaristia sant’Arcangelo Tadini, che, avendo sempre di vista nel suo ministero pastorale la persona umana nella sua totalità, aiutava i suoi parrocchiani a crescere umanamente e spiritualmente. Questo santo sacerdote, uomo tutto di Dio, pronto in ogni circostanza a lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, era allo stesso tempo disponibile a cogliere le urgenze del momento e a trovarvi rimedio. Assunse per questo non poche iniziative concrete e coraggiose, come l’organizzazione della “Società Operaia Cattolica di Mutuo Soccorso”, la costruzione della filanda e del convitto per le operaie e la fondazione, nel 1900, della “Congregazione delle Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth”, allo scopo di evangelizzare il mondo del lavoro attraverso la condivisione della fatica, sull’esempio della Santa Famiglia di Nazareth. Quanto profetica fu l’intuizione carismatica di Don Tadini e quanto attuale resta il suo esempio anche oggi, in un’epoca di grave crisi economica! Egli ci ricorda che solo coltivando un costante e profondo rapporto con il Signore, specialmente nel Sacramento dell’Eucaristia, possiamo poi essere in grado di recare il fermento del Vangelo nelle varie attività lavorative e in ogni ambito della nostra società.
Anche in san Bernardo Tolomei, iniziatore di un singolare movimento monastico benedettino, spicca l’amore per la preghiera e per il lavoro manuale. La sua fu un’esistenza eucaristica, tutta dedita alla contemplazione, che si traduceva in umile servizio del prossimo. Per il suo singolare spirito di umiltà e di accoglienza fraterna, fu dai monaci rieletto abate per ventisette anni consecutivi, fino alla morte. Inoltre, per assicurare l’avvenire della sua opera, egli ottenne da Clemente VI, il 21 gennaio 1344, l’approvazione pontificia della nuova Congregazione benedettina, detta di “S. Maria di Monte Oliveto”. In occasione della grande peste del 1348, lasciò la solitudine di Monte Oliveto per recarsi nel monastero di S. Benedetto a Porta Tufi, in Siena, ad assistere i suoi monaci colpiti dal male, e morì egli stesso vittima del morbo come autentico martire della carità. Dall’esempio di questo Santo viene a noi l’invito a tradurre la nostra fede in una vita dedicata a Dio nella preghiera e spesa al servizio del prossimo sotto la spinta di una carità pronta anche al sacrificio supremo.
«Sabei que o Senhor me fez maravilhas. Ele me ouve, quando eu o chamo» (Sal 4,4). Estas palavras do Salmo Responsorial exprimem o segredo da vida do bem-aventurado Nuno de Santa Maria, herói e santo de Portugal. Os setenta anos da sua vida situam-se na segunda metade do século XIV [catorze] e primeira do século XV [quinze], que viram aquela nação consolidar a sua independência de Castela e estender-se depois pelos Oceanos – não sem um desígnio particular de Deus –, abrindo novas rotas que haviam de propiciar a chegada do Evangelho de Cristo até aos confins da terra. São Nuno sente-se instrumento deste desígnio superior e alistado na militia Christi, ou seja, no serviço de testemunho que cada cristão é chamado a dar no mundo. Características dele são uma intensa vida de oração e absoluta confiança no auxílio divino. Embora fosse um óptimo militar e um grande chefe, nunca deixou os dotes pessoais sobreporem-se à acção suprema que vem de Deus. São Nuno esforçava-se por não pôr obstáculos à acção de Deus na sua vida, imitando Nossa Senhora, de Quem era devotíssimo e a Quem atribuía publicamente as suas vitórias. No ocaso da sua vida, retirou-se para o convento do Carmo por ele mandado construir. Sinto-me feliz por apontar à Igreja inteira esta figura exemplar nomeadamente pela presença duma vida de fé e oração em contextos aparentemente pouco favoráveis à mesma, sendo a prova de que em qualquer situação, mesmo de carácter militar e bélica, é possível actuar e realizar os valores e princípios da vida cristã, sobretudo se esta é colocada ao serviço do bem comum e da glória de Deus.
Una particolare attrazione per Gesù presente nell’Eucaristia avvertì sin da bambina santa Gertrude Comensoli. L’adorazione del Cristo eucaristico diventò lo scopo principale della sua vita, potremmo quasi dire la condizione abituale della sua esistenza. Fu infatti davanti all’Eucarestia che santa Gertrude comprese la sua vocazione e missione nella Chiesa: quella di dedicarsi senza riserve all’azione apostolica e missionaria, specialmente a favore della gioventù. Nacque così, in obbedienza a Papa Leone XIII, il suo Istituto che mirava a tradurre la “carità contemplata” nel Cristo eucaristico, in “carità vissuta” nel dedicarsi al prossimo bisognoso. In una società smarrita e spesso ferita, come è la nostra, ad una gioventù, come quella dei nostri tempi, in cerca di valori e di un senso da dare al proprio esistere, santa Gertrude indica come saldo punto di riferimento il Dio che nell’Eucaristia si è fatto nostro compagno di viaggio. Ci ricorda che “l’adorazione deve prevalere sopra tutte le opere di carità” perché è dall’amore per Cristo morto e risorto, realmente presente nel Sacramento eucaristico, che scaturisce quella carità evangelica che ci spinge a considerare fratelli tutti gli uomini.
Testimone dell’amore divino fu anche santa Caterina Volpicelli, che si sforzò di “ essere di Cristo, per portare a Cristo” quanti ebbe ad incontrare nella Napoli di fine Ottocento, in un tempo di crisi spirituale e sociale. Anche per lei il segreto fu l’Eucaristia. Alle sue prime collaboratrici raccomandava di coltivare una intensa vita spirituale nella preghiera e, soprattutto, il contatto vitale con Gesù eucaristico. E’ questa anche oggi la condizione per proseguire l’opera e la missione da lei iniziate e lasciate in eredità alle “Ancelle del Sacro Cuore”. Per essere autentiche educatrici della fede, desiderose di trasmettere alle nuove generazioni i valori della cultura cristiana, è indispensabile, come amava ripetere, liberare Dio dalle prigioni in cui lo hanno confinato gli uomini. Solo infatti nel Cuore di Cristo l’umanità può trovare la sua ‘stabile dimora”. Santa Caterina mostra alle sue figlie spirituali e a tutti noi, il cammino esigente di una conversione che cambi in radice il cuore, e si traduca in azioni coerenti con il Vangelo. E’ possibile così porre le basi per costruire una società aperta alla giustizia e alla solidarietà, superando quello squilibrio economico e culturale che continua a sussistere in gran parte del nostro pianeta.
Cari fratelli e sorelle, rendiamo grazie al Signore per il dono della santità, che quest’oggi rifulge nella Chiesa con singolare bellezza in Arcangelo Tadini, Bernardo Tolomei, Nuno de Santa Maria Alvares Pereira, Gertrude Comensoli e Caterina Volpicelli. Lasciamoci attrarre dai loro esempi, lasciamoci guidare dai loro insegnamenti, perché anche la nostra esistenza diventi un cantico di lode a Dio, sulle orme di Gesù, adorato con fede nel mistero eucaristico e servito con generosità nel nostro prossimo. Ci ottenga di realizzare questa missione evangelica la materna intercessione di Maria, Regina dei Santi, e di questi nuovi cinque luminosi esempi di santità, che oggi con gioia veneriamo. Amen!
© Copyright 2009 - Libreria Editrice Vaticana
Iscriviti a:
Post (Atom)