lunedì 25 maggio 2009

Il Santo Padre Benedetto XVI a Montecassino


Il Papa Benedetto XVI, grazie all'invito del Padre Abate di Montecassino Dom. Pietro Vittorelli, ha fatto un dono immenso a tutta la famiglia monastica benedettina presiedendo i Vespri solenni dell'Ascensione nella Basilica Cattedrale dell'insigne cenobio.
E' possibile vedere il video della celebrazione liturgica visistando il sito:
http://www.ktotv.com/cms/videos/fiche_video.html?idV=00045134&vl=video_nouveautes

Hanno partecipato al canto del Vespro gli abati e le badesse di una innumerevole quantità di abbazie e monasteri di tutto il mondo, oltre agli abati presidenti e generali di diverse Congregazioni appartenenti alla Confederazione dell'Ordine di San Benedetto.
Queste le parole pronunciate dal Santo Padre in questa straordinaria occasione che rinsalda i legami del monachesimo benedettino e di Montecassino in particolare alla Sede Apostolica:

CELEBRAZIONE DEI VESPRI
CON GLI ABATI BENEDETTINI
E COMUNITÀ DI MONACI E MONACHE BENEDETTINE

OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Solennità dell’Ascensione del Signore
Basilica dell'Abbazia di Montecassino
Domenica, 24 maggio 2009

Cari fratelli e sorelle della grande Famiglia benedettina!

A conclusione dell’odierna mia visita, mi è particolarmente gradito sostare in questo luogo sacro, in questa Abbazia, quattro volte distrutta e ricostruita, l’ultima volta dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale di 65 anni fa. “Succisa virescit”: le parole del suo nuovo stemma ne indicano bene la storia. Montecassino, come secolare quercia piantata da san Benedetto, è stata “sfrondata” dalla violenza della guerra, ma è risorta più vigorosa. Più di una volta ho avuto modo anch’io di godere dell’ospitalità dei monaci, e in questa Abbazia ho trascorso momenti indimenticabili di quiete e di preghiera. Questa sera vi siamo entrati cantando le Laudes regiae per celebrare insieme i Vespri della solennità dell’Ascensione di Gesù. A ciascuno di voi esprimo la gioia di condividere questo momento di preghiera, salutandovi tutti con affetto, grato per l’accoglienza che avete riservato a me e a quanti mi accompagnano in questo pellegrinaggio apostolico. In particolare, saluto l’Abate Dom Pietro Vittorelli, che si è fatto interprete dei vostri comuni sentimenti. Estendo il mio saluto agli Abati, alle Abbadesse e alle comunità benedettine qui presenti.

Oggi la liturgia ci invita a contemplare il mistero dell’Ascensione del Signore. Nella breve lettura, tratta dalla Prima Lettera di Pietro, siamo stati esortati a fissare lo sguardo sul nostro Redentore, che è morto “una volta per sempre per i peccati” per ricondurci a Dio, alla cui destra si trova “dopo essere salito al cielo e aver ottenuto la sovranità sugli angeli, i Principati e le Potenze” (cfr 1 Pt 3, 18.22). “Elevato in alto” e reso invisibile agli occhi dei suoi discepoli, Gesù non li ha tuttavia abbandonati: infatti, “messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito” (1 Pt 3,18), Egli è ora presente in modo nuovo, interiore nei credenti, ed in Lui la salvezza è offerta ad ogni essere umano senza differenza di popolo, lingua e cultura. La Prima Lettera di Pietro contiene precisi riferimenti agli eventi cristologici fondamentali della fede cristiana. La preoccupazione dell’Apostolo è quella di porre in luce la portata universale della salvezza in Cristo. Analogo assillo troviamo in san Paolo, del quale stiamo celebrando il bimillenario della nascita, che alla comunità di Corinto scrive: “Egli (il Cristo) è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro” (2 Cor 5, 15).

Non vivere più per se stessi, ma per Cristo: ecco ciò che dà senso pieno alla vita di chi si lascia conquistare da Lui. Lo manifesta chiaramente la vicenda umana e spirituale di san Benedetto, che, abbandonato tutto, si pose alla fedele sequela di Gesù Cristo. Incarnando nella propria esistenza il Vangelo, è diventato iniziatore d’un vasto movimento di rinascita spirituale e culturale in Occidente. Vorrei qui fare cenno a un evento straordinario della sua vita, di cui riferisce il biografo san Gregorio Magno e a voi certamente ben noto. Si potrebbe quasi dire che anche il santo Patriarca fu “elevato in alto” in una indescrivibile esperienza mistica. La notte del 29 ottobre del 540, – si legge nella biografia – mentre, affacciato alla finestra, “con gli occhi fissi su delle stelle s’internava nella divina contemplazione, il santo sentiva che il cuore gli si infiammava… Per lui il firmamento stellato era come la cortina ricamata che svelava il Santo dei Santi. Ad un certo punto l’anima sua si sentì trasportata dall’altra parte del velo, per contemplare svelatamente il volto di Colui che abita entro una luce inaccessibile” (cfr A.I. Schuster, Storia di san Benedetto e dei suoi tempi, Ed. Abbazia di Viboldone, Milano, 1965, p. 11 e ss.). Di certo, analogamente a quanto avvenne per Paolo dopo il suo rapimento in cielo, anche per san Benedetto, a seguito proprio di tale straordinaria esperienza spirituale, dovette iniziare una vita nuova. Se infatti la visione fu passeggera, gli effetti rimasero, la stessa sua fisionomia – riferiscono i biografi – ne risultò modificata, il suo aspetto restò sempre sereno e il portamento angelico e, pur vivendo sulla terra, si capiva che con il cuore era già in Paradiso.

San Benedetto ricevette questo dono divino non certo per soddisfare la sua curiosità intellettuale, ma piuttosto perché il carisma di cui Iddio lo aveva dotato avesse la capacità di riprodurre nel monastero la vita stessa del cielo e ristabilirvi l’armonia del creato mediante la contemplazione e il lavoro. Giustamente, pertanto, la Chiesa lo venera come “eminente maestro di vita monastica” e “dottore di sapienza spirituale nell’amore alla preghiera e al lavoro”; “fulgida guida di popoli alla luce del Vangelo” che “innalzato al cielo per una strada luminosa” insegna agli uomini di tutti i tempi a cercare Dio e le ricchezze eterne da Lui preparate (cfr Prefazio del Santo nel supplemento monastico al MR, 1980, 153).

Sì, Benedetto fu esempio luminoso di santità e indicò ai monaci come unico grande ideale Cristo; fu maestro di civiltà che, proponendo un’equilibrata ed adeguata visione delle esigenze divine e delle finalità ultime dell’uomo, tenne sempre ben presenti anche le necessità e le ragioni del cuore, per insegnare e suscitare una fraternità autentica e costante, perché nel complesso dei rapporti sociali non si perdesse di mira un’unità di spirito capace di costruire ed alimentare sempre la pace. Non a caso è la parola Pax ad accogliere i pellegrini e i visitatori alle porte di questa Abbazia, ricostruita dopo l’immane disastro del secondo conflitto mondiale; essa si eleva come silenzioso monito a rigettare ogni forma di violenza per costruire la pace: nelle famiglie, nelle comunità, tra i popoli e nell’intera umanità. San Benedetto invita ogni persona che sale su questo Monte a cercare la pace e a seguirla: “inquire pacem et sequere eam (Ps. 33,14-15)” (Regola, Prologo, 17).

Alla sua scuola i monasteri sono diventati, nel corso dei secoli, fervidi centri di dialogo, di incontro e di benefica fusione tra genti diverse, unificate dalla cultura evangelica della pace. I monaci hanno saputo insegnare con la parola e con l’esempio l’arte della pace attuando in modo concreto i tre “vincoli” che Benedetto indica come necessari per conservare l’unità dello Spirito tra gli uomini: la Croce, che è la legge stessa di Cristo; il libro e cioè la cultura; e l’aratro, che indica il lavoro, la signoria sulla materia e sul tempo. Grazie all’attività dei monasteri, articolata nel triplice impegno quotidiano della preghiera, dello studio e del lavoro, interi popoli del continente europeo hanno conosciuto un autentico riscatto e un benefico sviluppo morale, spirituale e culturale, educandosi al senso della continuità con il passato, all’azione concreta per il bene comune, all’apertura verso Dio e la dimensione trascendente. Preghiamo perché l’Europa sappia sempre valorizzare questo patrimonio di principi e di ideali cristiani che costituisce un’immensa ricchezza culturale e spirituale.

Ciò è possibile però soltanto se si accoglie il costante insegnamento di san Benedetto, ossia il “quaerere Deum”, cercare Dio, come fondamentale impegno dell’uomo. L’essere umano non realizza appieno sé stesso, non può essere veramente felice senza Dio. Tocca in particolare a voi, cari monaci, essere esempi viventi di questa interiore e profonda relazione con Lui, attuando senza compromessi il programma che il vostro Fondatore ha sintetizzato nel “nihil amori Christi praeponere”, “nulla anteporre all’amore di Cristo” (Regola 4,21). In questo consiste la santità, proposta valida per ogni cristiano, più che mai nella nostra epoca, in cui si avverte la necessità di ancorare la vita e la storia a saldi riferimenti spirituali. Per questo, cari fratelli e sorelle, è quanto mai attuale la vostra vocazione ed è indispensabile la vostra missione di monaci.

Da questo luogo, dove riposano le sue spoglie mortali, il santo Patrono d’Europa continua ad invitare tutti a proseguire la sua opera di evangelizzazione e di promozione umana. Incoraggia in primo luogo voi, cari monaci, a restare fedeli allo spirito delle origini e ad essere interpreti autentici del suo programma di rinascita spirituale e sociale. Vi conceda questo dono il Signore, per intercessione del vostro Santo Fondatore, della sorella santa Scolastica e dei Santi e Sante dell’Ordine. E la celeste Madre del Signore, che oggi invochiamo quale “Aiuto dei cristiani”, vegli su di voi e protegga questa Abbazia e tutti i vostri monasteri, come pure la comunità diocesana che vive attorno a Montecassino. Amen!
Fonte: http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/homilies/2009/documents/hf_ben-xvi_hom_20090524_vespri-montecassino_it.html

I festeggiamenti per San Bernardo Tolomei nell'Abbazia di Maylis in Francia


Carissimi amici e amiche del Blog, il Padre Abate di Maylis, bellissimo monastero olivetano nelle Landes francesi, ci inoltra il programma dei loro festeggiamenti in onore di San Bernardo Tolomei:
13 luglio p.v: giornata di festa per le famiglie dei monaci e degli oblati
19 agosto: giornata per i monaci e le monache dei dintorni del monastero (Sud-est della Francia)
25 ottobre: giornata di festa per la Diocesi e gli amici del monastero.
Tutti sono invitati a partecipare!

Notizie dal monastero olivetano del Ghana


Dear Olivetan Brothers & Sisters,

Peace greetings from Akwaboa - Ghana!!

I would like to share with you Our way of life in Ghana Monastery, Last but not the lest community of Olivetan Congregation.


Our Monastery dedicated to St. Mary of Monte Oliveto was Inaugurated on the 21st March 2006 in the hands of Apostolic Nuncio in Ghana and the Abbot General Michelangelo M. Tiribilli.



After the inauguration of our Monastery, the community entered into a hardship and a difficult situation: "The death of our Brother D. John, Change of many leadership, misunderstanding between the brothers and the superiors, lack of formation, financial problems etc."



But in all these, the community is back on it feet!! still alive, strong, full of God´s Grace and the powerful assistance of the Blessed Virgin Mary, St. Bernardo Tolomei and Santa Francesca Romana.



We are 4 Monks with one Regular oblate and 4 Aspirants in Ghana Community now, we have other 6 Ghanaian brothers and one Regular Oblate in Italy.

We in Ghana community rise up at 4:30am and begins our prayers from 4;45am, seeking to grow in love of God and neighbour through the Monastic life of prayer, work and community life.



We live and work according to the Rule of St. Benedict centring our life around our prayer. We come together for prayer 8 times a day: Vigils, Lauds, Terce, Sext, None, Rosary, Vespers, and Complian and for H. Eucharist and have other time for Lectio Divina and

meditation, 1st Saturday of every month Retreat in honour of the Blessed Virgin Mary.



We would like to thank all our dear brothers and sisters who have been praying for Ghana community of Monte Oliveto. We continue to appeal to all brothers and sisters of Olivetan Congregation to continue pray for us your junior brothers. The most precious thing you can offer us is your daily prayers and support and if you have English books kindly sends us some because we have empty shares in our library.



Be rest assured of our daily prayers for all of you. Thank you and May God bless you all.

With love & prayers

D. Francis M. Kumi osb.

sabato 23 maggio 2009

San Miniato al Monte per san Bernardo Tolomei


La comunità monastica di San Miniato al Monte a Firenze annuncia con gioia che martedì 2 giugno alle ore 17.30 il Padre Abate Generale di Monte Oliveto presiederà una solenne liturgia eucaristica in onore di San Bernardo Tolomei. Tale celebrazione si inserisce nei programmi di festeggiamento del nuovo Santo previsti in tutti i monasteri della nostra Congregazione. E' attesa la partecipazione di rappresentanti delle diverse comunità monastiche operanti nell'arcidiocesi fiorentina, oltre alle suore a noi affiliate, quelle cioè di Vita et Pax e le Stabilite nella Carità, presenti a Settignano e a Soffiano. Ancora a Settignano, nel nostro ex monastero dedicato ai Santi Giuseppe e Benedetto, opera un collegio internazionale di ispirazione cristiana che organizza corsi e soggiorni per studenti da ogni parte del mondo. L'ente si chiama Fondazione Bernardo Tolomei ed è vicino al movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione. Anch'essi si uniranno alla gioia dei monaci olivetani di San Miniato al Monte, presenti in quella Basilica dal 1373 e in arcidiocesi da quando san Bernardo Tolomei volle aprire un monastero fuori porta San Frediano, e cioè nel 1334. La fotografia ritrae il mirabile, geometrico interno della Basilica di San Miniato al Monte.

La Corea per San Bernardo Tolomei


Dalla Corea arriva, eloquentissima e senza bisogno di alcun commento verbale questa stupenda immagine che la dice lunga sui frutti di grazia a Roma come in ogni angolo del mondo della Canonizzazione del nostro Bernardo Tolomei! Guardare i sorrisi per credere!

lunedì 18 maggio 2009

Pecos per san Bernardo Tolomei


Padre Stephen Coffey, superiore dell'abbazia olivetana di Pecos, nel New Mexico, USA, ci informa che la Canonizzazione del nostro Fondatore sarà da loro festeggiata il prossimo 19 agosto col concorso di vescovi locali, abati e priori benedettini. Nella foto un dettaglio di vita quotidiana all'abbazia di Pecos, tratto dal sito http://www.pecosmonastery.org

venerdì 8 maggio 2009

Un messaggio dal Padre Postulatore, Dom Réginald Grégoire


Carissimi lettori,
il Padre Abate Generale ci prega di pubblicare nel nostro blog questo intenso messaggio, quasi una sorta di "testamento" del carissimo Padre Postulatore Dom Réginald Grégoire, al termine della sua memorabile impresa: la Canonizzazione del nostro Fondatore, da lui perseguita con singolare determinazione appena il Capitolo generale della nostra Congregazione, nel 1998, gli chiese questo arduo e delicato servizio. Credo che tutti noi monaci e monache di Monte Oliveto siamo rimasti impressionati e commossi nel vedere il Santo Padre alzarsi appena il nostro Padre Postulatore si avvicinava, sorridente e deferente al contempo, al suo trono, durante la Messa di Canonizzazione. Un momento intensissimo e toccante, in cui con orgoglio, gioia e riconoscenza ciascuno di noi, attraverso il padre Réginald, era quasi "a tu per tu" col Papa! Che altro aggiungere? Grazie Santo Padre Benedetto! Grazie per sempre e ancora una volta grazie Padre Réginald! Grazie per sempre da tutta la nostra famiglia monastica di Monte Oliveto!
Ecco qui il suo messaggio:

30 aprile 2009.
Ai confratelli monaci benedettini olivetani.
Cari confratelli,
La celebrazione della canonizzazione è conclusa. Nella mia funzione di Postulatore, invio alcune riflessioni personali, che sono il punto finale di un impegno accettato nel 1998.
Bernardo Tolomei, per decisione infallibile del Vicario di Cristo, è ufficialmente santo, dal 26 aprile 2009, alle ore 10.35. Per sempre. Con gioia indicibile, i presenti hanno ascoltato la voce del nostro amato Papa. In quell’istante, dopo una timida pioggia, il sole si è acceso. Il cielo si univa all’esultanza della terra. In Paradiso, nel gruppo dei santi, santa Francesca Romana accoglieva il suo padre, san Bernardo Tolomei. Privatamente ho ringraziato il Pontefice, che mi ha detto: “Era tempo di canonizzarlo”; l’ultima parola pontificia è stata “Pregate per me”; ho risposto: “Padre Santo, lo facciamo ogni giorno”.
A quel momento ho percepito chiaramente che san Bernardo ni stringeva la mano. Un’ identica sensazione era stata avvertita in Concistoro (21 febbraio 2009) quando Benedetto XVI aveva comunicato la sua decisione di procedere alla canonizzazione. San Bernardo mi ha confortato, dicendomi: “Sei un confratello che mi vuole bene”. Un istante di illuminazione spirituale ha cancellato 10 anni di tormentato percorso processuale. La mia commozione era intensa. Ad ogni tappa, santa Francesca Romana mi era stata sostegno; La invocavo all’inizio del Processo diocesano (Genova 2002); La invocavo per raccogliere il giudizio positivo dei Consultori Teologi (2008). Ora era presente, spiritualmente, con noi e con l’intera Congregazione Benedettina di S.Maria di Monteoliveto.
Spesso, in questi 10 anni di Processo canonic, ho trascorso gran parte della notte in preghiera e in “lectio divina”, per ottenere il superamento di ostacoli che hanno periodicamente rallentato il ritmo della Causa. Mi univo spiritualmente alla preghiera notturna dei miei amici monaci certosini debitamente informati. Non mi sono mai scoraggiato. L’itinerario è stato accettato con una serenità continua; inizialmente non immaginavo che sarebbero stati necessari 10 anni di lavoro, cioè oltre 100 sedute di lavoro presso la Congregazione delle Cause dei Santi, con ogniqualvolta circa due ore di confronto e di discussione. Il mio arrivo mensile in quella Congregazione è stato umoristicamente definito da un funzionario “una persecuzione”. Bisognava infatti dimostrare l’interesse della Congregazione benedettina olivetana per il buon esito del Processo. La diplomazia e la tenacia sorridente sono state efficaci. Gli incontri vaticani più significativi furono sempre puntualmente segnalati al Rev.mo P.Abate Generale, con apposito messaggio di posta elettronica. Tornato in monastero, riflettevo e redigevo i carteggi da consegnare in Congregazione delle Cause dei Santi per ulteriori confronti e approfondimenti; alcuni di questi nuovi carteggi furono stampati. In complemento a quanto già narrato da d.Placido Lugano, la storia della Causa è stata redatta per L’Ulivo.
Dopo le predette sedute di lavoro, andavo all’Archivio Segreto Vaticano, alla ricerca di documenti olivetani primitivi, eventualemente conservati nei carteggi dei Papi di Avignone (secolo XIV). Questi 349 “Registri avignonesi” sono massicci registri, ognuno di circa 1000 fogli pergamenacei, consultabili in DVD. Ho gia rintracciato il testo originale di una Bolla inviata a Bernardo il 21 gennaio 1344; ora, cerco altri documenti nei 2749 “Registri Vaticani”, che sono la copia dei “Registri Avignonesi”; il lavoro è complesso, perché i testi non sono inseriti in ordine cronologico o in ordine tematico o in ordine dei destinatari. Occorono occhi buoni e pazienza.
In funzione di Postulatore, affezionato ai santi, esprimo alcune considerazioni che avrei desiderato comunicare a voce, ma l’occasione non si è presentata.
1. San Bernardo sia sempre presente e attivo in ognuno di voi e nelle vostre comunità. Prendete note delle “grazie ricevute”; sollecitate eventuali miracoli , da registrare attentamente e completamente.
2. Le vostre comunità siano centri di devozione ai santi Benedetto e Bernardo. Nella celebrazione eucaristica in particolare, nei vari canoni, citate sempre “ i nostri santi padri Benedetto e Bernardo”, per analogia con alcune altre Congregazioni benedettine. Insistere sulla fisionomia benedettina della Congregazione di S.Maria di Monteoliveto non è superfluo
3. Quando le cose non vanno “nel verso giusto” nella vostra vita personale o comunitaria, ricorrete a san Bernardo, coinvolgetelo sempre. Dopo tanti secoli la sua presenza attiva presso Dio è stata riconosciuta dal Papa Benedetto XVI. Pur essendo Fondatore e Padre, Bernardo sia, in qualche modo, un Fratello maggiore che ci da una mano. Prego per voi e con voi; vi chiedo soltanto di ricordarmi nelle vostre preghiere quando sarà concluso il mio pellegrinaggio terrestre.
Sono felice di essere stato lo strumento della Provvidenza con voi e per voi. Vedere il volto del Santo sulla facciata della Basilica di S.Pietro in Vaticano, è stata una grazia unica, il punto di arrivo di una speranza, un incontro che aspettavo dal 1998, una felicità soprannaturale. Tutto era pronto del 3 luglio 2008, giorno del riconoscimento pontificio del miracolo. Si è dovuto poi aspettare la convocazione del Concistoro (21 febbraio 2009), durante il quale il Papa ha indicato la data di canonizzazione. Gli avevo scritto un suggerimento: canonizzare Bernardo nell’anno commemorativo della canonizzazione di Francesca Romana, per non essere costretti a celehrare il prossimo 19 agosto 2009 un beato Bernardo, virtualmente santo. Il Santo Padre ha acconsentito, e pertanto ha proceduto alla canonizzazione il 26 aprile 2009, senza rimandare alla canonizzazione di altri beati il prossimo 11 ottobre 2009. Il 19 agosto 2009 la Congregazione benedettina di S.Maria di Monteoliveto celebrerà esultante di gioia la prima celebrazione solenne in onore di san Bernardo Tolomei.
Prossimamente leggerete la Bolla di canonizzazione, il cui inizio latino è il versetto evangelico “Maiorem caritatem”. Senza costituire una documento storiografico, la Bolla (Lettera Apostolica) è un breve riassunto spirituale e storico del messagio vitale di s.Bernardo. Gli storici, che sono spesso anche collaboratori de L’Ulivo, si dedicheranno all’analisi interpretativa di una esistenza che comporta ancora alcuni elementi insicuri, riferiti dalla documentazione agiografica e cronacistica.
Concludendo, ripeto ciò che ho affermato rapidamente in conclusione della messa solenne di ringraziamento (27 aprile 2009). “Nessuno si vanta di essere cristiano, o monaco, o sacerdote; non mi vanto di essere stato Postulatore”. Da monaco, ho l’ umile soddisfazione di aver portato a termine tutte le mansioni affidatemi; in particolare, non potete immaginare la mia felicità di avere concluso positivamente una Causa degna di interesse e di rispetto. Dopo la fioritura di santi monaci medievali, s.Bernardo è il primo benedettino canonizzato del terzo millennio. Ringraziamo il Signore per averci dato un Santo da invocare e da imitare nella vita quotidiana. Alleluia. Alleluia. Alleluia.
d. Réginald Grégoire

mercoledì 6 maggio 2009

Le parole del nostro Padre Abate Generale all'indomani della Canonizzazione del nostro Fondatore



OMELIA IN OCCASIONE DELLA MESSA DI RINGRAZIAMENTO PER LA CANONIZZAZIONE DI
SAN BERNARDO TOLOMEI
CELEBRATA NELLA BASILICA DI SANTA FRANCESCA ROMANA
IN ROMA IL 27 APRILE 2009


Carissimi confratelli, consorelle, oblati e oblate,

Sono più che convinto che tutti noi sentiamo il cuore colmo di gratitudine: vedere il nostro Fondatore esposto nella splendida e solenne facciata della Basilica di San Pietro e il Santo Padre che a gloria della Santissima Trinità lo proclama Santo! Che felicità!
Non può non avere suscitato gioia; questo sentimento è una spinta propulsiva ad esprimere riconoscenza e gratitudine. A chi soprattutto? A Dio, datore di ogni dono perfetto. Specie in questi ultimi tempi lo abbiamo supplicato molto, almeno nella nostra casa madre di Monte Oliveto. Ma il nostro grazie è tanto più concreto e autentico se non è un sentimento passeggero, effimero, del momento, ma si prolunga nella nostra vita.
Carissimi confratelli e consorelle, oblati e oblate, ciò che ora facciamo e celebriamo sia solo l’inizio di un azione di grazie che si prolungherà non solo nelle solenni celebrazioni che dovranno essere organizzate nei nostri monasteri e partecipate e fatte condividere a tutto il popolo di Dio del territorio, ma soprattutto si concretizzerà, si perfezionerà, si completerà giorno per giorno nell’attuare la sua testimonianza evangelica e il suo progetto di vita monastica.
Bernardo fu appassionatamente monaco, vero figlio di San Benedetto, e per questo, non solo è diventato santo, ma è stato riconosciuto degno di essere proposto come modello di santità a tutta la Chiesa. Siamo grati, se anche noi ci appassioniamo nella e per la vita monastica, secondo la fisionomia che lui ci ha proposto.
Passione! E’ impegno, è vitalità, sofferenza, è spirito di sacrificio e generosità: proprio per questo è anche gioia e gratificazione. Così non meriteremo il rimprovero che Gesù fa alla folla (Gv6, 26). Non siamo venuti a Roma per partecipare a una solenne e numerosa cerimonia, ma perché nella Canonizzazione del nostro Fondatore Bernardo Tolomei, abbiamo visto, e vogliamo vedere sempre meglio un segno con cui il Signore ci vuole parlare, ci vuole indicare un itinerario di santità, la sua volontà nei nostri riguardi.
E’ questo “che dura per la vita eterna”, non certamente la splendida e solenne celebrazione di ieri.
Non ci capiti di agire nei confronti del Signore Gesù allo stesso modo in cui agirono i persecutori di Stefano (I° Lettura – lunedì della III settimana di Pasqua: Atti 6, 8-15) che, pur riconoscendo sul suo volto il riflesso della vita di Dio, non ne poterono sopportare il fulgore e lo condannarono. Per questo il Signore Gesù ci mette in guardia: “Voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati” (Gv6, 26). Davanti a questa Parola del Signore che mette a nudo la nostra difficoltà a intuire ciò che il Signore vuole dire a ciascuno di noi, alla nostra Comunità, e a tutta la Congregazione attraverso questo evento di grazia, e a vedere più lontano, il rischio è che noi resistiamo alla sapienza ispirata con la quale San Bernardo Tolomei parla ancora oggi: anche noi – in un modo senz’altro meno evidente – ne eliminiamo la presenza dalla nostra attenzione e dalla nostra vita, con le nostre indifferenze e superficialità.
Ogni volta che ci nutriamo alla mensa della Parola e del Pane, ogni volta che percepiamo anche solo nel segreto del nostro cuore il profumo di un pur fugace passaggio del Signore – e la Canonizzazione lo è stato – siamo chiamati a porre la domanda giusta, che non è: “Quando sei venuto qua?” (Gv6, 25) ma: “Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?” (Gv6, 28). La risposta è così semplice da metterci in serio imbarazzo: “Credere in colui che egli ha mandato” (Gv6, 29). Accogliere il Signore Gesù come il centro della nostra vita: ciò significa affrontare un bel pezzo di cammino “alla ricerca di Gesù” (Gv6, 24). Si tratta di un cammino che permette la conversione dal vedere al credere, dall’accoglienza del segno – il pane abbondantemente donato e condiviso –al suo senso più profondo fino a “credere in colui che egli ha mandato” (Gv6, 29).
Oggi siamo invitati a credere ed amare come il nostro San Bernardo Tolomei, che non solo ha testimoniato Cristo, ma lo ha imitato nel dare la vita per i propri amici. “Non c’è un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.” (Gv15, 13)

+ MICHELANGELO M. TIRIBILLI OSB OLIV
ABATE GENERALE DELLA CONGREGAZIONE BENEDETTINA
DI SANTA MARIA DI MONTE OLIVETO

venerdì 1 maggio 2009

Mediaworld!



Carissime e carissimi confratelli, amici, fedeli:

chi volesse sperimentare o rivivere l'emozionante e intensa bellezza della memorabile liturgia eucaristica di Canonizzazione del 26 aprile 2009, III Domenica di Pasqua, potrà trovare il filmato con un commento in lingua francese visitando questo sito:

http://www.ktotv.com/cms/videos/fiche_video.html?idV=00044503&vl=video_nouveautes



Un'ampia scelta di foto è invece reperibile in
http://www.fotografiafelici.com/index.php?page=scripts/inserimento&num_file=0&cerimonia=9116%20Canonizzazioni%20in%20piazza%20S.pietro&data=2009-04-29%2017:07:26&cod=965&language=ITA&n_page=1&da=1#su


La redazione di questo blog e del sito www.sanbernardotolomei.it attende anche i Vostri contributi "mediatici" sull'evento di grazia che abbiamo appena vissuto:
foto, filmati, testimonianze: tutto sarà gradito dono per poter arricchire la gioia di tutta la nostra famiglia monastica e dei tantissimi che hanno scoperto nel nostro Bernardo Tolomei un padre, un testimone, un modello di santità nella loro vita spirituale!