lunedì 10 agosto 2009

Il Palio dell'Assunta dedicato a San Bernardo Tolomei: il "drappellone" di Luciano Ghelli ha l'emblema olivetano


Siena è Siena e il Palio è il Palio. Per i non senesi è arduo comprendere quanto questo evento assorba letteralmente tutto ciò che ha a che fare con la vita e la storia della città di Santa Caterina. Non meraviglia dunque scoprire come un evento di piazza, una corsa di cavalli, la secolare sfida di non poche contrade arrivi a lambire anche la sfera "ecclesiale" della quotidianità senese. Ecco dunque che dalla monumentale Piazza San Pietro in Vaticano, con la mirabile e austera liturgia presieduta dal Santo Padre e, ancora, dalla quiete delle colline di argilla e cipressi di Monte Oliveto quell'evento eccezionale che è stato la canonizzazione del nostro San Bernardo rimbalzi di un colpo -non si sa come!- nell'oggetto che il simbolo per eccellenza del Palio stesso: il "drappellone", ovvero quel "cencio", il "pallium", che si dà in premio alla contrada che ha vinto il palio. Quest'anno è toccato ad un noto artista fiorentino, Luciano Ghelli, dipingerlo e l'artista non ha mancato di richiamare nella sua pittura il dedicatario per questo 2009 della celebre corsa senese. L'immagine qui scelta mostra un dettaglio dell'intero "drappellone", un dettaglio che ci riguarda profondamente, facile individuare quel dettaglio e la ragione della nostra emozione. Qui di seguito riportiamo un vivace commento relativo alla notizia della presentazione del dipinto avvenuta a Siena, in Comune, il giorno 10 agosto. Il testo è ricavato dal sito http://blog.intoscana.it
Il Palio di Siena è l’emozione della vita per ogni senese. Difficile comprenderlo al di fuori della città, anche se ormai il Palio è patrimonio universale non fosse che per la conoscenza mediatica. Raramente, però, da senese, ho percepito così tanta emozione nel misurarsi con il Palio, come con Giuliano Ghelli, l’artista fiorentino al quale è stata affidata la realizzazione del drappellone del 16 agosto. Emozione e rispetto, ma anche profonda gioia nel realizzare un’opera che Ghelli sognava da tanti anni: “Fare il Palio era il mio sogno”, mi ha detto quando sono andato a trovarlo nella sua splendida casa nelle campagne di San Casciano, dove ha dipinto il drappellone. Una visita fatta per realizzare una videointervista per intoscana.it (il video allegato in questo post), ma all’indomani della consegna del “Cencio”, tanto per non cadere in tentazione…
Si capisce subito l’empatia naturale tra Ghelli e la festa senese, a cominciare dal cavallo. Ce ne sono, di barberi, in tanti quadri che affollano lo studio, nel delizioso “Piccolo acrilico fertile”, pieno di azzurro splendente, per esempio, o in “Viaggi del tempo immobile” in omaggio al libro di Roberto Vecchioni. E il cavallo non potrà non esserci nel drappellone di un pittore fiorentino che vive nel Chianti, ma che ha imparato ad amare Siena e a guardare con ammirazione all’emozione dei senesi per la propria Contrada.
Altri artisti fiorentini hanno dipinto il Palio di Siena: Luca Alinari, Sandro Chia, Luciano Schifano, Antonio Bueno e quel Marco Borgianni, che insieme a Ghelli (e con Sauro Amegli, Marco Cipolli e Alfio Rapisardi ) esporrà a Siena dal 5 agosto alla Galleria Piaggia della Morte, a due passi da Piazza del Campo. Ma il legame di Ghelli con la città del Palio appare agevolato da alcune circostanze: la famiglia senese della compagna, in primo luogo. Le memorie della casa in via del Casato dove Sandra Stanghellini, battezzata nella Tartuca, trascorreva tanti giorni delle sue estati dell’infanzia, il nonno Metello – “l’uomo più bello che abbia mai visto “ scrive lei in una sue poesia – appaiono il trait d’union naturale tra Siena e Giuliano Ghelli. Ma il legame è già nella stessa poetica pittorica dell’artista, così connaturata al sogno. E non c’è nulla di più simbolico del drappellone, per i sogni dei senesi: “I quadri di Ghelli sono ritornelli, quadri limpidi come stornelli”, ha scritto Vincenzo Mollica. E i sogni dei senesi nei giorni di Palio, le ansie delle ore della vigilia, sono tutte punteggiate da stornelli, pieni di fierezza, ma anche di malinconia e di speranza di vittoria. Colorata di mille tinte. Come un quadro di Giuliano Ghelli. Come un sogno.

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