venerdì 27 marzo 2009

Un comitato cittadino per la Canonizzazione del Beato Bernardo


Si è costituito lunedì 23 marzo a Siena, un comitato civico per la Canonizzazione del nostro Fondatore. Vi prendono parte il Prefetto, Giulio Cazzella, il Presidente dell’Amministrazione Provinciale Fabio Ceccherini, il Sindaco di Siena Maurizio Cenni, il Sindaco di Asciano Roberto Pianigiani, il Presidente della Fondazione Mps Gabriello Mancini, il Rettore dell’Università degli Studi di Siena Silvano Focardi, il Rettore del Magistrato delle Contrade Roberto Martinelli, l’On.do Priore della Contrada della Civetta Carlo Rossi, il Rettore dell’Opera Metropolitana di Siena Mario Lorenzoni, il Provveditore dell’Arciconfraternita di Misericordia Mario Marzucchi, oltre naturalmente al Padre Abate Generale dom. Michelangelo M. Tiribilli.
L'evento di grazia della Canonizzazione sarà motivo della gioia e dell'orgoglio di una intera comunità cittadina che celebra in questi stessi mesi il settimo centenario del Costituto senese. All'inizio del Trecento il Comune di Siena decise di tradurre in Volgare l'insieme di norme e leggi (il Costituto) che regolava la vita pubblica per renderlo comprensibile anche a chi non conosceva la grammatica latina (la maggior parte dei cittadini). Fu un episodio di singolare ricerca di trasparenza che non trova uguale riscontro nel panorama politico dell'epoca e testimonia l'alto livello di democrazia raggiunto dalla repubblica senese. Una volontà politica senza precedenti ed una scelta ideologica di larghe proporzioni, oggetto da molti anni di studi e ricerche. Il Costituto è considerato un unicum della storia politico-giuridica italiana ed europea, il suo interesse valica i confini nazionali.

lunedì 23 marzo 2009

Un Concistoro per traguardo! La testimonianza di un protagonista d'eccezione: Dom Grégoire, postulatore della canonizzazione di s.Bernardo


Carissime e carissimi amici di questo Blog, in occasione della Festa del Transito del nostro Santo Padre Benedetto, avevamo scritto un messaggio di ringraziamento al nostro grande amico e fratello in Cristo, dom Réginald Grégoire, Postulatore della Causa di Canonizzazione del Beato Bernardo. Abbiamo da lui ricevuto una risposta così cordiale e letteralmente "zeppa" di utili e anche simpatiche informazioni relative al lungo iter di canonizzazione, che ci è parso bello pubblicarla, ovviamente dopo aver ottenuto l'amabile permesso da parte dello stesso padre Grégoire.
Leggendola potremo così meglio capire quanto questo monaco, garbato ma sempre tenace e determinatissimo, è riuscito ad architettare per coronare il sogno atteso per secoli da generazioni di monaci olivetani: vedere il loro Fondatore riconosciuto dalla Chiesa per quello che era davvero, un grande monaco, un autentico martire della carità, un vero santo!

Scrive Dom Réginald:

Grazie, carissimi confratelli, per il gentile messaggio. Il sito della canonizzazione è bellissimo. Si, sono felicissimo di non aver deluso chi mi ha affidato la Causa di canonizzazione, nel 1998. Sono stati 10 anni di diplomazia, di tenacia e di gentilezza. Conosco bene la Curia, per i miei 26 anni di lavoro; inoltre il Promotore della Fede (avvocato del diavolo), amico di Monte Oliveto, mi è stato consigliere competente. Quando mi vedevano arrivare, ogni mese (e talvolta due volte al mese, per 10 anni, ad eccezione di agosto) in Congregazione delle Cause dei Santi, qualcuno mi diceva sorridendo: E' una persecuzione. Si doveva insistere, o come diceva il magistrato Borrelli: "Resistere, resistere".
In questo modo esprimevo l'interesse degli olivetani per il successo della Causa.
Dopo aver letto i documenti sul "caso Rigolin", ho capito che si doveva muovere le acque da tempo stagnanti. Ci sono stati alcuni scogli da superare; il più grave è avvenuto nel 2005, quando in Vaticano si è deciso: "la Causa non può procedere". Da buon belga, perché avrei dovuto mettere Bernardo in cassa integrazione? Pertanto ho riflettuto, ho chiesto a santa Francesca Romana di darmi non una sola mano, ma le due mani e il suo cuore. Ecco fatto. Tutti i problemi si sono risolti.. L'imponente documentazione sarà presto inviata a Monte Oliveto Maggiore e depositata in Archivio.
Nel prossimo numero de L'Ulivo ci sarà un riassunto del lavoro svolto. Ormai non si torna più indietro: quando al Concistoro del 21 febbraio scorso Benedetto XVI ha comunicato la sua decisione di canonizzare il Beato Bernardo Tolomei, ero accanto al p.Vicario. Mi sono commosso perché si raggiungeva la meta attesa da secoli: ho avuto la sensazione di avere con me il santo Fondatore che mi stringeva la mano... Infatti il Papa riconosceva la sua santità di fronte alla Chiesa universale. Umilmente, a cose fatte, mi accorgo di essere stato lo strumento della Provvidenza.
Nei documenti redatti per la canonizzazione ho scritto: «Bernardo e i suoi compagni». Vedrò se il S.Padre avrà accettato quella indicazione. La S.Sede mi autorizza ad attribuire il titolo di "Beati", nel solo ambito olivetano, ad Ambrogio e a Patrizio; non c'è la continuità della devozione e la fama taumaturgica per farli beatificare a livello di Chiesa universale. Il 26 aprile sarà una giornata di grazia: chiederemo al nostro s.Bernardo di inviarci giovani postulanti coraggiosi e vitali.
Al P.Abate Generale, ho dato indicazioni sul lavoro che il Postulatore (il mio successore) dovrebbe approfondire: ottenere il titolo di Servo di Dio a qualche monaco insigne: per esempio, l'abate generale d. Polliuti. Ma l'iniziativa dovrebbe forse essere discussa in Capitolo Generale, se c'è una "volontà politica" di avere una funzione attiva, e non solamente decorativa, del Postulatore.
Ci ritroveremo per il piccolo ritiro preparatorio, e sicuramente per la canonizzazione. Vedrò se mi sarà possibile avere in anticipo i biglietti (gratis) di accesso in Piazza s.Pietro (non avere in borsa temperini, coltelli, e analoghi). I controlli di polizia sono severi. Attenzione ai bagarini che fanno pagare tali biglietti ma questi sono in realtà gratuiti.
A presto dunque. Santa conclusione del 21 marzo (qui nevica forte). Fraterni e grati saluti,
d.Réginald Grégoire

Cos'altro possiamo aggiungere noi monaci di Monte Oliveto?
Grazie ancora Dom. Réginald, grazie di cuore e arrivederci a Roma, a Casa La Salle, dal 23 al 25 aprile p.v., in occasione del ritiro da Lei predicato per prepararci come si conviene alla Canonizzazione del nostro Padre Bernardo Tolomei!

Discorso di papa Benedetto XVI alla Comunità di Tor de' Specchi nella festa di Santa Francesca Romana, oblata olivetana


Care Sorelle Oblate!
Con grande gioia, dopo la visita al vicino Campidoglio, vengo ad incontrarvi in questo storico monastero di santa Francesca Romana, mentre ancora è in corso il quarto centenario della sua canonizzazione avvenuta il 29 maggio del 1608. Proprio oggi, poi, cade la festa di questa grande Santa, nel ricordo della data della sua nascita al cielo. Sono dunque particolarmente grato al Signore di poter rendere questo omaggio alla “più romana delle Sante”, in felice successione con l’incontro che ho avuto con gli Amministratori nella sede del governo cittadino. Nel rivolgere il mio saluto cordiale alla vostra comunità, e in particolare alla Presidente, Madre Maria Camilla Rea – che ringrazio per le cortesi parole con cui ha interpretato i comuni sentimenti – lo estendo al Vescovo Ausiliare Mons. Ernesto Mandara, alle studentesse ospiti e a tutti i presenti.
Come sapete, sono reduce con i miei collaboratori della Curia Romana dagli Esercizi spirituali, che coincidono con la prima settimana di Quaresima. In questi giorni ho sperimentato ancora una volta quanto siano indispensabili il silenzio e la preghiera. E ho pensato anche a santa Francesca Romana, alla sua totale dedizione a Dio e al prossimo, da cui è scaturita l’esperienza di vita comunitaria qui, a Tor de’ Specchi. Contemplazione e azione, preghiera e servizio di carità, ideale monastico e impegno sociale: tutto questo ha trovato qui un “laboratorio” ricco di frutti, in stretto legame con i monaci Olivetani di Santa Maria Nova. Il vero motore però di quanto qui si è compiuto nel corso del tempo è stato il cuore di Francesca, nel quale lo Spirito Santo riversò i suoi doni spirituali e al tempo stesso suscitò tante iniziative di bene.
Il vostro monastero si trova nel cuore della città. Come non vedere in questo quasi il simbolo della necessità di riportare al centro della convivenza civile la dimensione spirituale, per dare senso pieno alle molteplici attività dell’essere umano? Proprio in questa prospettiva, la vostra comunità, insieme con tutte le altre comunità di vita contemplativa, è chiamata ad essere una sorta di “polmone” spirituale della società, perché a tutto il fare, a tutto l’attivismo di una città non venga a mancare il “respiro” spirituale, il riferimento a Dio e al suo disegno di salvezza. È questo il servizio che rendono in particolare i monasteri, luoghi di silenzio e di meditazione della Parola divina, luoghi dove ci si preoccupa di tenere sempre la terra aperta verso il cielo. Il vostro monastero, poi, ha una sua peculiarità, che naturalmente riflette il carisma di santa Francesca Romana. Qui si vive un singolare equilibrio tra vita religiosa e vita laicale, tra vita nel mondo e fuori dal mondo. Un modello che non è nato sulla carta, ma nell’esperienza concreta di una giovane romana: scritto – si direbbe – da Dio stesso nell’esistenza straordinaria di Francesca, nella sua storia di bambina, di adolescente, di giovanissima sposa e madre, di donna matura, conquistata da Gesù Cristo, come direbbe san Paolo. Non per nulla le pareti di questi ambienti sono decorate da immagini della vita di lei, a dimostrare che il vero edificio che Dio ama costruire è la vita dei santi.
Anche ai nostri giorni, Roma ha bisogno di donne – e naturalmente anche di uomini, ma qui voglio sottolineare la dimensione femminile – donne, dicevo, tutte di Dio e tutte del prossimo; donne capaci di raccoglimento e di servizio generoso e discreto; donne che sanno obbedire ai Pastori, ma anche sostenerli e stimolarli con i loro suggerimenti, maturati nel colloquio con Cristo e nell’esperienza diretta sul campo della carità, dell’assistenza ai malati, agli emarginati, ai minori in difficoltà. E’ il dono di una maternità che fa tutt’uno con l’oblazione religiosa, sul modello di Maria Santissima. Pensiamo al mistero della Visitazione: Maria dopo aver concepito nel cuore e nella carne il Verbo di Dio, subito si mette in cammino per andare ad aiutare l’anziana parente Elisabetta. Il cuore di Maria è il chiostro dove la Parola continua a parlare nel silenzio, e al tempo stesso è la fornace di una carità che spinge a gesti coraggiosi, come pure a una condivisione perseverante e nascosta.
Care Sorelle! Grazie della preghiera con cui accompagnate sempre il ministero del Successore di Pietro, e grazie per la vostra presenza preziosa nel cuore di Roma. Vi auguro di sperimentare ogni giorno la gioia di non anteporre nulla all’amore di Cristo, un motto che abbiamo ereditato da san Benedetto, ma che ben rispecchia la spiritualità dell’apostolo Paolo, da voi venerato quale patrono della vostra Congregazione. A voi, ai monaci Olivetani e a tutti i presenti imparto di cuore una speciale Benedizione Apostolica.

domenica 22 marzo 2009

I cinque nuovi Canonizzandi


Insieme al nostro amatissimo fondatore Bernardo Tolomei, il Santo Padre Benedetto XVI, durante la cerimonia del 26 aprile in piazza S. Pietro, canonizzerà altri quattro beati:

- Caterina Volpicelli (1839-1894), Fondatrice della Congregazione delle Ancelle del Sacro Cuore;
- Angelo Tadini (1846-1912), sacerdote della Diocesi di Brescia, Fondatore della Congregazione delle Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth;
- Geltrude Comensoli (1847-1903), Fondatrice dell'Istituto delle Suore del SS.mo Sacramento;
- Nuno di S. Maria (1360-1431), laico professo dell'Ordine dei Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo.


Domenica 11 ottobre 2009 invece, verrà celebrata la cerimonia di canonizzazione dei beati:

- ZYGMUNT SZCZĘSNY FELIŃSKI, Vescovo, fondatore della Congregazione delle Suore Francescane della Famiglia di Maria;

- FRANCISCO COLL Y GUITART, sacerdote dell'Ordine dei Frati Predicatori (Domenicani), fondatore della Congregazione delle Suore Domenicane dell'Annunciazione della Beata Vergine Maria;

- JOZEF DAMIAN DE VEUSTER, sacerdote della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria e dell'Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento dell'Altare (PICPUS);

- RAFAEL ARNÁIZ BARÓN, religioso dell'Ordine Cistercense della Stretta Osservanza;

- MARIE DE LA CROIX (JEANNE) JUGAN, vergine, fondatrice della Congregazione delle Piccole Sorelle dei Poveri.

sabato 21 marzo 2009

21 Marzo, memoria della confidente morte in Cristo di san Benedetto


Carissime e carissimi amici del Blog di San Bernardo Tolomei,
oggi i monaci e le monache di ogni parte del mondo festeggiano la memoria del luminoso transito al cielo del nostro Santo Padre Benedetto (547). Egli è morto in piedi, come ci assicura il suo biografo, san Gregorio Magno. Morire in piedi è il segno massimo della disponibilità obbediente e confidente con cui il grande Patriarca restituisce tutto di sé all'unico Signore. In tempi in cui l'uomo contemporaneo vorrebbe arrivare a sottrarre a Dio anche la Sua misteriosa e inalienabile signoria su tutta l'esistenza umana, e in modo tutto particolare sul suo inizio e la sua fine, il modo con cui i nostri Santi muoiono -pensiamo anche al nostro Fondatore in mezzo agli appestati- molto ha da educarci per una fede sempre più generosa e pasquale. Vogliamo ricordare questa data omaggiando al contempo colui al quale va la perpetua riconoscenza di tutti i monaci e le monache di Monte Oliveto, di ogni tempo e di ogni luogo, il carissimo confratello silvestrino dom. Réginald Grégoire, dell'Abbazia di Montefano, alla cui infaticabile e appassionata competenza dobbiamo il felice esito del lungo e complesso iter di canonizzazione del Beato Bernardo. La redazione di questo blog propone alla Vostra lettura un brano dedicato all'importanza della Regola benedettina nel futuro dell'Europa cristiana. Esso è tratto dal volumetto di dom. Réginald intitolato San Benedetto dal passato al futuro dell'Europa, edito dai confratelli di Seregno nel 1992, nell'ambito della fortunata serie degli «Orizzonti monastici».

Dom. Réginald Grégoire O.S.B., Dalla storia passata alla storia futura, per una nuova Europa


Un progetto, un ideale, una attesa, una utopia, una profezia: l'Europa sarà nuova in quanto accetterà il cristianesimo, cioè il riferimento al Dio incarnato, all'Eterno assoluto. Il momento attuale è propizio per stimolare gli Europei (o per lo meno tanti europei) a respingere l'apostasia e la non-cristianità del continente. Come si presenterebbe un'Europa senza cristianesimo nella presente fase evolutiva? Certo, l'Europa non vive di immagini di un passato solo accettato, ma essa sarà o no capace di scoprire nella drammatica immanenza del presente un ruolo specifico nella liberazione dell'uomo e nell'evoluzione del creato? O si dovrà giudicare tutto e preparare il futuro, escludendo questa Europa stanca e invecchiata, conservandone tuttavia i valori universali di civiltà e di fede che l'hanno sempre aiutata a ritrovare pace e vigore?

La soluzione di tali problemi è ardua; san Benedetto non li avrà probabilmente mai sognati, perché nel suo tempo, che è il V-VI secolo, il cristianesimo non si era compromesso con la situazione storica. E' fuorviante asserire che il monachesimo sia nato e si sia sviluppato come atteggiamento di contestazione e di rifiuto nei confronti di una Chiesa "costantiniana" e "teodosiana". Altre erano allora le responsabilità, altre sono le nostre; altre saranno quelle dei nostri successori.

L'Europa non è un mito conclusivo, un fine ideale o reale; ciò che invece e definitivo è una civiltà elaborata sul Vangelo, in cui la presenza cristiana nel concreto storico insisterà sui diritti dell'uomo e sulla giustizia (ciò significa anche corresponsabilità nello sviluppo planetario). Il monastero era una "piccola società ideale", nel senso dell'indipendenza di quella struttura comunitaria, in cui ogni persona era perfettamente integrata In quel senso, san Benedetto ha meritato davvero di essere guida e patrono dell'Europa nuova, senza mai aver sollecitato quella responsabilità e quel destino...

Oggi è in discussione il ruolo storico del cristianesimo nella civiltà europea, e non solo quello del monachesimo. Non è data per scontata l'esistenza di punti di riferimento culturali ancora validi attualmente, come lo furono verso l'XI secolo. In quell'epoca, l'Europa si trovò (e si sentì) cristiana, e un Papato energico riusciva a stringere rapporti tra tutte le Chiese occidentali, delle quali rispettò le peculiarità: strutturali. Le grandi università poi - la prima università "statale" è creata da Federico II a Napoli, nel 1224 - organizzano il sapere. Il sistema comunale democratico e libero riprende anche il modello delle assemblee monastiche; nasce una economia cristiana che respinge l'usura. In tutti i settori esistenziali, il cristianesimo è entrato; il volto dell'Europa non è più "latino" o occidentale, bensì cristiano. E lo sarà più tardi ancora, per esempio, quando sarà avvertita l'urgenza della questione sociale, nel secolo XIX.

Non si tratta di scegliere semplicemente tra paganesimo e cristianesimo, o tra Vangelo e Corano; ma l'unico dilemma è rintracciato nel bivio: Cristo o l'indifferenza. Si sceglierà pertanto l'universalismo, come l'Europa non è europeistica, ma universale. San Benedetto è anteriore a tutte le fratture ecclesiali, ecclesiologiche e dommatiche, culturali e politiche. La Regola non accenna a situazioni politiche e religiose, culturali e filosofiche. Ma il suo pensiero presenta un'etica cristiana e sviluppa un progetto di uomo sociale", non di "uomo-isola"; allora anche l'Europa nuova respingerà il nichilismo collettivista, che degrada l'uomo a mezzo e non rispetta la sua identità di fine.

Secondo la Regola, la società significa comunione e corresponsabilità, simultaneità della crescita personale e dello sviluppo comunitario. Gli "strumenti delle buone opere" (cap. 4) insegnano un massimo di libertà nel rispetto di tutti e di tutto; e questa personalizzazione è diametralmente opposta allo sfruttamento e alle disuguaglianze, perché crea comunicazione e integrazione, senza distinzione di razze, di culture, di ruoli, di appartenenza sociale ed economica. Benedetto aveva ideato nella Regola un progetto che è stato vissuto e applicato laddove è arrivato il suo monachesimo. Il modello di società cristiana è la comunità, l'essere insieme. Questo cristianesimo, che è una fede, non si è mai identificato con un cristianesimo-umanesimo, perché il Vangelo non trasmette una cultura, bensì una fede. Questa fede è personale, ma questa morale non insegna l'individualismo. [...]L'Europa nuova sarà un'Europa libera; la libertà non è un regalo, è un dovere e un diritto che non ammette condizionamenti ideologici. Con il Vangelo, san Benedetto vuole uomini liberi e semplici, accoglienti e disponibili. I suoi riferimenti dottrinali e teologici sono i Padri della Chiesa (cap. 73), cioè quegli scrittori che hanno accolto tutto il pensiero filosofico e scientifico accumulato dal tardo Impero e dalla civiltà greco-romana, e l'hanno incorporato nella interpretazione della Verità rivelata e incarnata, cioè del Dio manifestato nella Parola e comunicato nei sacramenti. L'orizzonte della storia è una pienezza; il prologo della Regola benedettina insiste nel proclamare la conclusione - la Risurrezione, il Regno - attraverso la Croce, cioè l'umiltà e l'obbedienza o, se si preferisce, la disponibilità e la gratuità. E' il pensiero di san Paolo che riconosceva l'evoluzione universale verso una totalità, cioè verso il "pleroma" (Ef. 1). Infine, questa Europa nuova dimostrerà la capacità del pluralismo, che ammette la pluralità: non nel senso della convivenza o connivenza tra verità e errore, tra giustizia e ingiustizia, e altri contrasti analoghi, ma nella proclamazione di una unità di morale e di speranza, nel servizio e nella sussidiarietà. La quarantunesima Settimana sociale dei cattolici italiani, svoltasi a Roma dal 2 al 5 aprile 1991, ha realizzato un esame di una problematica importante nella presente fase storica: "I cattolici italiani e la nuova giovinezza dell'Europa". In particolare si chiede di porre attenzione agli aspetti religiosi del "problema Europa", all'esigenza di un ricentramento evangelico; e si conclude: "Il nostro sforzo comune è orientato all'elaborazione di una nuova pedagogia di trasmissione della visione evangelica della vita, affinché questa penetri e fermenti, liberi e potenzi ogni esperienza umana".
© 1992, Estratto dal libro San Benedetto dal passato al futuro dell'Europa, Seregno, Abbazia San Benedetto, 1992

martedì 17 marzo 2009

Un nuovo ritratto scultoreo del Beato Bernardo


Sempre, nella storia della Chiesa, lo straordinario evento di una canonizzazione ha sollecitato e ispirato le arti figurative nel tentativo di riproporre alla devozione dei fedeli e alla memoria dei posteri l'immagine di un nuovo santo. Così è anche per il nostro Beato Bernardo Tolomei, del quale il grande artista Massimo Lippi sta preparando un ritratto scultoreo che troverà adeguata collocazione nell'Archicenobio di Monte Oliveto Maggiore, l'epicentro, per così dire, dell'avventura spirituale e umana del fondatore della nostra famiglia monastica. Riportiamo qui un profilo critico dell'artista per come ce lo presenta Amnon Barzel, già direttore del Museo Pecci di Prato: «Massimo Lippi è un “magicien de la terre”: un poeta, un credente, un artista che crea un mondo di espressionivisive in relazione concettuale ed emotiva con la sua terra e le sue radici culturali, piantate fra le dolci colline diSiena, lontano dalle strategie del mondo artistico benché non ne sia ignaro….Il suo studio all’interno degliimpressionanti spazi di una cittadella agricola medioevale rappresenta ben più che un luogo di lavoro. Esso consente una creazione in situ, nel medesimo luogo dove i suoi antenati furono contadini, e soggetto dellasuaopera sono le tracce della loro esistenza. Non solo: le sue sculture sono realizzate con i materiali che harinvenuto a testimonianza….Possiamo definire gran parte delle opere di Lippi come realizzate da object trouvé,ma a differenza da Marcel Duchamp, che sceglie i suoi oggetti ritrovati, Lippi non ne va in cerca. Si limita soltantoa quelli che esistono intorno a lui…Non c’è distanza fra la materialità delle sue sculture e il loro contenuto.La visualità delle sue opere è determinata dai materiali, e perciò i materiali non sono mai secondari rispetto alla forma, non c’è alcuna separazione fra l’immagine e il materiale. Lo spettatore ricopre un ruolo attivo tramutandoi materiali combinati in possibili oggetti narrativi… Pur muovendosi al di fuori delle teorie artistiche, Lippi solleva più di una questione in merito alla posizione dell’oggetto fra il suo essere primitivo nella sua potente apparenzae materialità, e il complesso discorso riguardante il tempo-spazio della memoria. La memoria non esiste nel passato, è sempre “adesso” nel nostro cervello e nella nostra coscienza. Servendosi di materiali e rimanenze“basse”, Lippi risponde alla definizione di arte come testimonianza del luogo e del tempo. E qui il tempocorrisponde ai segni del passato portati insieme nel presente nel momento in cui diventano elementi costitutividi una nuova opera d’arte…. ». Nella foto una scultura di Massimo Lippi: «L'angiolo custode».

Pellegrinaggio da Firenze a Roma per la canonizzazione del Beato Bernardo, il 26 aprile 2009


La Comunità monastica di San Miniato al Monte
attende con immensa gioia un giorno di grazia: Domenica 26 aprile 2009
quando il Santo Padre Benedetto XVI
canonizzerà il nostro Fondatore,
il Beato Bernardo Tolomei (1272-1348),
padre della famiglia monastica di Monte Oliveto.

Per condividere la gioia di questo evento,
per il quale siamo profondamente grati al Signore,
abbiamo organizzato un pellegrinaggio a Roma per partecipare alla
Solenne Celebrazione Eucaristica di Canonizzazione
presieduta dal Papa in piazza San Pietro.

Il programma è il seguente:

Domenica 26 aprile, ore 4.15:
ritrovo dei partecipanti in via delle Porte Sante,
subito sotto la scalinata e il cancello davanti alla facciata della Basilica.

Ore 4.30 esatte: partenza per Roma.
Arrivo in piazza San Pietro per le ore 8.30 circa e immediato
ritiro dei biglietti di ingresso per la partecipazione alla Santa Messa
che avrà inizio alle ore 9.30
Ore 12.00: Angelus col Santo Padre.

Ore 13.30: pranzo in un selezionato ristorante sito
nei dintorni della Città del Vaticano.
Al pomeriggio è prevista la visita, in occasione dell’Anno Paolino,
della Basilica Patriarcale di San Paolo fuori le Mura e
dei luoghi di Santa Francesca Romana, oblata olivetana.
Il rientro a Firenze è previsto per le ore 20.30 – 21.00

La partecipazione alla gita comporta una spesa di Euro 60,
comprensiva di viaggio, assicurazione e pranzo.
Le iscrizioni si raccolgono, entro e non oltre il 5 aprile, esclusivamente presso
il nostro negozio (sito nel piazzale antistante la Basilica),
dove sarà richiesta una cauzione pari alla metà della quota.
Il pellegrinaggio sarà guidato dai monaci di San Miniato al Monte e
organizzato dall’agenzia «Sabrina Travel» di Sesto Fiorentino.
Per ulteriori informazioni scrivere a sanminiato@tin.it
o telefonare allo 0552342731. Cfr. inoltre: http://www.sanbernardotolomei.it/

lunedì 16 marzo 2009

Soggiorno nel monastero del miracolo avvenuto per intercessione del Beato Bernardo


PAXRev. Abati/Abbadesse, Priori/e, Superiori/ela comunità monastica di s. Prospero di Camogli invita quanti, monaci, monache e suore desiderano prolungare i giorni dedicati alla canonizzazione del nostro fondatore Bernardo, con un soggiorno nel monastero dove è avvenuto il miracolo che ha permesso questo evento di grazia per l'intera famiglia olivetana e per la Chiesa intera.Programma: arrivi a Camogli martedì 28 aprile, conferenza sulla santità o/e sugli olivetani in Liguria, mercoledì gita / visita agli antichi monasteri olivetani genovesi, giovedì 30 gita in battello all'abbazia di s. Fruttuoso di Capodimonte, partenze (eventualmente anche i giorni seguenti, da concordare preventivamente al momento della prenotazione).Costo comprensivo di vitto, alloggio (camere singole e doppie) e trasporti EURO 1OO a persona.Termine iscrizioni martedì 14 aprile solo e-mail: teotreemme@libero.it

Un caro saluto a tutti/e voi,la comunità monastica di s. Prospero

venerdì 13 marzo 2009

Un dono di Siena al Suo nuovo Santo: il Palio dell'Assunta


Carissimi e carissime,
con comprensibile gioia ed emozione il Padre Abate Generale di Monte Oliveto ci ha oggi comunicato che il Comune di Siena ha deciso di dedicare il Palio dell'Assunta al nostro Fondatore, il Beato Bernardo Tolomei, nella felicissima occasione della Sua Canonizzazione. Il prossimo 16 agosto, dunque, uno dei momenti in cui più forte si percepisce il legame di quella Città con la sua nobile tradizione, sarà vincolato alla memoria festosa di uno dei figli più illustri di Siena: Bernardo Tolomei, cavaliere imperiale, maestro di diritto, monaco e fondatore del Monastero e della Congregazione di Monte Oliveto. Giuliano Ghelli, artista di fama internazionale e di composito linguaggio espressivo, sarà l'autore del cosiddetto drappellone, per il quale cfr. http://www.ilpalio.org/drappelloni.htm

giovedì 5 marzo 2009

"Per la canonizzazione di Bernardo Tolomei" di Giulio Conticelli, Firenze


La canonizzazione di Bernardo Tolomei annunciata da Benedetto XVI per il 26 Aprile 2009 getta un fascio di luce su una testimonianza cristiana di sette secoli fa, ma soprattutto sulla storia che unisce noi, nel XXI secolo, e quella personalità: è una luce che illumina in modo singolare la terra di toscana, quella che visse Bernardo Tolomei e che noi oggi condividiamo.
E’ la terra di Toscana e la sua storia che sono in certo modo riscoperte per questo evento della Chiesa universale della canonizzazione, cioè della esemplarità cristiana, di un uomo antico e insieme presente alla nostra coscienza per molteplici ragioni.


1. Bernardo un maestro laico.
Fino quasi a quarant’anni Bernardo Tolomei visse, maestro di diritto, nella città universitaria di Siena: una vita impegnata dentro la cultura giuridica medievale. Il nucleo essenziale della sua preparazione e del suo insegnamento come “doctor iuris” non sfuggiva alla questione fondamentale: come ricercare l’armonia tra la legge di Dio e le poliformi leggi umane? Era questo l’interrogativo che il giurista medievale, come Bernardo Tolomei, si poneva quotidianamente dinanzi all’irruente sviluppo di traffici, di beni e di persone che le città toscane stavano vivendo, con i valori delle libertà comunali. Non è questa ancora una questione attuale, oggi? Non è questa la questione permanente della ispirazione cristiana della politica?
Bernardo Tolomei può gettare luce anche sul nostro presente.

2. Un monachesimo mariano.
Quando Bernardo Tolomei risponde alla vocazione monastica non si allontana di molte miglia dalla sua città: Accona è un luogo impervio ed isolato, ma il tragitto da Siena alla futura Monteoliveto è segnato in modo indelebile, senza soluzione di continuità, dal mistero dell’Incarnazione in Maria di Nazareth, nella donna ebrea alla quale Siena si è dedicata e alla quale anche Accona sarà ugualmente dedicata.
Sono gli anni a Siena della Maestà di Simone Martini nel Palazzo Pubblico, cioè di un’immagine della Vergine fortemente legata con la vita cittadina e che viene proiettata ora da Bernardo Tolomei in mezzo alla natura del contado: unica però è la realtà spirituale mariana, quella urbana già vissuta e ora quella monastica silvestre.
La tradizione benedettina, che Bernardo Tolomei rinnova ad Accona, è in terra toscana singolarmente “mariana”, cioè orientata alla comprensione della mediazione di Maria nella vita di ogni cristiano e di ogni monaco. Con Bernardo Tolomei si svela il tessuto profondamente mariano della civiltà toscana: non solo tracce del passato ma anche indicazioni del futuro che scaturiscono dagli insegnamenti, poi approfonditi, della concezione senza macchia e della assunzione di Maria che gli ultimi due secoli ci hanno dato. Non è forse la riflessione che poi Giorgio La Pira ha compiuto nel 1950 sull’assunzione di Maria e sulle responsabilità sociali che ne derivano, la continuazione di quella riflessione mariana alla quale Bernardo Tolomei si legò così profondamente sette secoli fa?

3. Monastero, città, civiltà, cultura.
Bernardo Tolomei mediò nel rinnovamento della tradizione benedettina quella esperienza laica che aveva vissuto fino ad un’età matura nella vita politica della Repubblica senese. Le responsabilità connesse con gli uffici dovevano essere sempre ponderate, valutate e confermate dal giudizio di tutti e così sarà anche per l’autorità dell’abate che acquista ancor più un profilo di paternità funzionale e sempre meno di posizione dominativa. E’ il riflesso di un sentimento profondo di libertà che sembra rifrangersi dentro la stessa comunità ecclesiale, nel monastero, perché tra monastero e città non vi è frattura ma permeabilità e porosità tra ambiti strutturalmente diversi ma entrambi uniti dal humanum.
Bernardo Tolomei ha lasciato dinanzi ad un grande, epocale dramma, quale la peste del 1348 il monastero silvestre e si è compromesso con la sofferenza urbana: la vocazione continuava e il segno mariano della sua scomparsa intorno alla festa dell’assunzione di Maria, nella città a Lei dedicata, è sigillo emblematico.
La città è cultura non estranea, anzi ansiosa delle ricchezze spirituali del monastero discosto ma non troppo lontano da non potervisi alimentare. La cultura della città è insieme dialetticamente urbana e monastica, se non vuole appiattirsi in un riduttivo naturalismo.
Non è questa una delle grandi questioni che viviamo nelle metamorfosi urbane dove si ricerca un senso del territorio, non solo paesaggisticamente bello, ma soprattutto umanamente orientato? Non è il monastero, “lontano e vicino”, con quella sua stabilità, un invito a pensare per genealogie: generazioni che ci hanno preceduto e generazioni che seguiranno in una responsabilità solidale che deve guidare le scelte concrete?

4. Bernardo…… e Firenze.
Tutta la terra toscana è coinvolta in questa luce che proviene dalla memoria di Bernardo Tolomei con la sua canonizzazione, e Firenze in modo specialissimo.
Forse volle addirittura venire a fondare la sua terza comunità di persona, venendo a Firenze con tutti i suoi problemi di vista. E Firenze ebbe la sua Monteoliveto “lontana e vicina”, una collina quasi aggettante sul porto di Firenze con le barche per Pisa, ma isolata sempre in alto perché si sentisse la distanza e insieme la vicinanza del monastero. Poi venne San Miniato anch’esso sul monte e tante presenze in città per secoli, da S.Lucia de’Magnoli alla collina di Settignano, passando da Santa Maria del Castagno.
Non sarà inadeguato che per questo anno della canonizzazione di Bernardo Tolomei i fiorentini possano trovare un “segno” speciale, un’indicazione dei luoghi che hanno visto la presenza olivetana nella città, cioè la presenza del carisma di Bernardo Tolomei in tante comunità fraterne di uomini e di donne che hanno partecipato all’identità cristiana di Firenze.
Al carisma mariano di Bernardo Tolomei e dei suoi monaci Firenze deve uno specchio nel quale riflette, per mezzo del genio di Leonardo Da Vinci, la sua vocazione mariana. Quell’Annunciazione che si stampa così naturalmente nella mente di ogni fiorentino quando l’ha vista la prima volta, non solo ora visitando gli Uffizi, ma anche in tante moderne riproduzioni, non è un dono universale che Firenze può offrire perché è intessuta della tradizione olivetana di Bernardo Tolomei?
Chissà se i giapponesi che hanno ammirato a Tokyo l’Annunciazione olivetana di Leonardo Da Vinci siano stati incuriositi dalla cornice architettonica e spirituale per la quale fu dipinta, per la devozione mariana a San Bartolomeo a Monteoliveto, lassù sopra San Frediano?
Quell’icona, come poche altre fiorentine, rinvia davvero al cuore mariano di Firenze ed insieme alla dialettica tra città e monastero silvestre che la campagna, gli alberi e i boschi disegnati da Leonardo hanno lasciato all’umanità in quell’ Annunciazione, fiorentina ed olivetana.

5. ……un quesito attualissimo.
Nell’anno di canonizzazione di Bernardo Tolomei vi è la coincidenza ancora che a Firenze quell’antico monastero di San Bartolomeo a Monteoliveto, dopo le soppressioni religiose, dopo le demanializzazioni e le dismissioni militari ora, è ancora vuoto ed in vendita da parte dello Stato.
Non dovrebbe la città di Firenze interrogarsi se quei grandi spazi, anche aggiuntivi all’antico monastero, fondato da Bernardo Tolomei, non potrebbero essere utili per la vita comune della città, per i bisogni emergenti, siano essi anche le necessità di spazi per la preghiera di nuove comunità, come quelle islamiche che sono venute ad abitare qui?
Non è da ripensare un uso comunitario di quella antica memoria olivetana che nella fedeltà alla tradizione benedettina di radice toscana sa interpretare i bisogni nuovi del dialogo interculturale e interreligioso oggi?
C’è bisogno del dialogo tra le religioni, c’è bisogno di creare spazi per la libertà religiosa di altri: la tradizione benedettina si esercita anche reinterpretando sempre l’ospitalità in forme nuove, e qui occorrono intelligenze e meditazioni da compiere insieme. Ancora una volta, superando la tentazione di “privatizzare il futuro”, Firenze potrebbe rivelare il suo volto strutturalmente benedettino, nella memoria di Bernardo Tolomei santo, ridonando alla città gli spazi comuni del Monteoliveto fiorentino.


Giulio Conticelli


5 Marzo 2009

A tutti i Confratelli, Monache e Suore
della Congregazione Benedettina Olivetana

Il concistoro del 21 febbraio u.s. ha, sotto l'autorità del S. Padre, annunciato la canonizzazione di 10 nuovi santi, tra i quali il nostro Santo Fondatore: BERNARDO TOLOMEI.

La liturgia della canonizzazione si terrà, nella Piazza di S. Pietro o, con tempo perturbato, nella Basilica di S. Pietro, il 26 aprile 2009 alle ore 9.30 (alle ore 8.30 dovremo essere già nell'area a noi prefissata in Piazza S. Pietro o nella Basilica).
Non mi stanco di richiamare ancora una volta lo spirito con il quale vogliamo prepararci a questo grande "evento-dono": approfondire - nel silenzio e raccoglimento- l'insegnamento che il Santo ci ha dato con la testimonianza della sua vita e i suoi scritti, e che ogni appartenente alla Famiglia Monastica Benedettina Olivetana desidera incarnare nel tempo e nel luogo che Dio le ha offerto. Il Definitorio, per aiutare questo rinnovamento spirituale, elemento basilare per vivere autenticamente il dono della canonizzazione, ha programmato due giorni di raccoglimento, di preghiera ed, aiutati dal P. Postulatore, un approfondimento dell'insegnamento del Santo nelle Sue Lettere.

Ciò che è da tenere presente
I- Soggiorno a Roma:

1) Per i Monaci, Monache e Suore (non gli oblati e le oblate), a "CASA LA SALLE" Via Aurelia 472

Iscriversi entro la fine di marzo presso il P.VICARIO Jean-Gabriel M. Personnaz, o telefonando (0577 70 76 39) o inviando un Fax (0577 70 76 70)
o per e/mail vicario@monteolivetomaggiore.it
La quota giornaliera è di euro 54,00 (comprende il pernottamento e la prima colazione).

2) Tutti coloro che hanno personalmente trovato alloggi diversi, è opportuno che comunichino al P.Vicario il luogo e il telefono entro il 10 aprile.

3) I luoghi di riferimento per gli incontri assembleari sono:
° Casa La Salle via Aurelia 472. Raggiungibile con la metropolitana: linea A, direzione Battistini, fermata Cornelia; o autobus 46 e 571.
° S. Francesca Romana, P.za S. Francesca Romana 4. Metropolitana: linea B, direzione Laurentina, fermata Colosseo.

° Basilica S. Pietro Metropolitana: linea A, direzione Battistini, fermata Ottaviano

° Tor de' Specchi (3 minuti da P.za Venezia, direzione Teatro di Marcello)
II- Programma Giornaliero

Giovedì 23 aprile: giornata degli arrivi e sistemazione

20.30 Casa La Salle, Saluto dell'Abate Generale e preghiera comunitaria

Venerdì 24- Sabato 25 aprile: ritiro spirituale presso la Casa La Salle. L'orario di questi due giorni sarà comunicato all'inizio

Sabato 25 aprile:
ore 21.00 Basilica di S. Francesca Romana Incontro di preghiera e di conoscenza di alcuni tratti della personalità del Santo Fondatore recepiti dalla esperienza e dagli studi di P.Gregoire, P. Picasso, P.Valerio e P. Bernard Buchoud

Domenica 26 aprile ore 9.30
Solenne Canonizzazione del Beato Bernardo Tolomei, Fondatore della Famiglia Monastica Benedettina di S.Maria di Monte Oliveto
Ore 7.30
partenza dei luoghi di pernottamento

Ore 8.30
ingresso nella p.za S. Pietro dal lato dove si trova lo striscione con l'emblema di MOM; ognuno, se non l'avesse ancora avuto, ritiri il biglietto d'ingresso e il kit (borsa, cappello, vita del santo, immagine, medaglia,ecc.)

Ore 12.00
Angelus con il S. Padre

Ore 13.30 BUFFET c/a Oblate di TOR DE' SPECCHI in via Teatro Marcello 32 (3 minuti da p.za Venezia)

Ore 16.00 pomeriggio libero per visitare alcuni luoghi sacri della Città (S. Paolo, Tor de'Specchi,ecc)

La cena è libera

Lunedì 27 aprile
Giornata di ringraziamento

Dopo la prima colazione, devono essere liberate le camere della Casa La Salle
Ore 12.00 Solenne liturgia di RINGRAZIAMENTO nella Basilica di S. Francesca Romana
Ore 13.30 Buffet sul posto

Il soggiorno a Roma termina con il buffet

Avvisi in genere:
1) Ogni responsabile di gruppo deve ritirare presso S. Francesca Romana i biglietti d'entrata e il kit. Chiedere di D. Lorenzo Cimini, D. Andrea Santus (tel 06 67 95 528)

Il 26 aprile il biglietto d'entrata e il kit si possono ritirare P.za. S. Pietro presso lo striscione con l'emblema di MOM (Oltre alla piccola borsa si avrà la vita del Santo, un' immagine, una medaglia, un cappello, ecc.)

2) Chi desidera visitare i nostri Monasteri, specialmente MOM deve contattare il P. Foresterario del Monastero, preferibilmente con Fax 70 76 44

3) Ogni Monastero ritiri l'immagine del neo-Santo per il suo Monastero (responsabile D. Andrea Santus e Domenico Bellantone)

4) Ogni nostra Comunità trasmetta al Definitorio la data nella quale festeggerà il neo-Santo (la comunicazione deve avvenire entro la fine di aprile)

5) Ogni Monastero inviti le Autorità che ritiene più opportuno e lo comunichi entro il 15 aprile p. a P. Giacomo M Ferrari
Se si ritiene più opportuno che sia l'Abate Generale ad invitare alcune proprie Autorità, si comunichino a P. Giorgio M Picasso inviandoli l'indirizzo esatto

6) Le prenotazioni per la Casa La Salle vengono fatte presso il P.Vicario e non presso la direzione della Casa La Salle.

Il saldo del pernottamento alla Casa La Salle sarà eseguito e ritirato da D. Andrea M. Santus (sono 4 notti per 53.00 euro a notte). Anche se si parte prima o si arriva dopo ci è richiesto di pagare la quota intera.


7) L'Abate Generale, per la carità del Papa, (è l'offerta che si dona al Papa e che lui dispone come crede opportuno per il bene della Chiesa)) promuove questa iniziativa: ogni nostro monastero verserà sul conto corrente della Cassa di Risparmiamo di Fabriano
IBAN IT 69 P 06140 21113 CCO180004505
nella quale opera il P. Postulatore, la quota di euro 150,00 per ogni monaco professo temporaneo o perpetuo. Per le comunità femminili l'Abate Generale propone che versino quanto è loro possibile.
Questo versamento dovrà essere effettuato entro il mese di marzo e non oltre.

IL PADRE ABATE GENERALE E IL SUO DEFINITORIO
DA MONTE OLIVETO MAGGIORE

mercoledì 4 marzo 2009

Un nuovo Santo Senese


SIENA. L’Arcivescovo, monsignor Antonio Buoncristiani, annuncia con gioia, ai fedeli dell’Arcidiocesi di Siena Colle Val d’Elsa Montalcino e alla Città di Siena, che il Santo Padre Benedetto XVI, durante il Concistoro Ordinario Pubblico di sabato (21 febbraio), ha annunciato la Canonizzazione del senese Beato Bernardo Tolomei. Il Pontefice ha anche comunicato la data della cerimonia di canonizzazione prevista, nella Basilica Vaticana di San Pietro, per domenica 26 aprile 2009.L’Amministrazione Comunale, apprendendo con gioia la storica notizia, l’ha immediatamente comunicata a tutti i cittadini, con il solenne ed austero rintocco del Campanone di Piazza del Campo, esattamente come avvenne quando, nell’ottobre 1999, Giovanni Paolo II proclamò ufficialmente la nostra Santa Caterina copatrona d’Europa.


“Il Beato Tolomei - osserva l’arcivescovo - nato e morto a Siena, è per tutti noi un esempio di carità cristiana. Una carità che testimoniò, in maniera unica e straordinaria a tutti i suoi concittadini. Pur essendo monaco, infatti, lasciò il monastero per soccorrere i senesi colpiti dalla peste nera fino a morire, egli stesso, colpito dalla terribile malattia”.


L’Arcidiocesi, che istituirà nei prossimi giorni un apposito Comitato che avrà il compito di organizzare e coordinare le varie iniziative mirate a ricordare la figura e l’opera Santo Bernardo Tolomei, ha già programmato, per Domenica 26 aprile, un pellegrinaggio Diocesano per stringersi intorno al Papa Benedetto XVI in occasione della cerimonia di canonizzazione che la Chiesa Cattolica celebra proprio nell’anno dedicato a San Paolo. Vista la concomitanza degli eventi le Feste in onore di S.Caterina da Siena, patrona d’Italia e d’Europa saranno posticipate alla domenica successiva, 3 maggio 2009.


La Canonizzazione di Bernardo Tolomei avviene dopo un recente miracolo attribuito all’intercessione del Beato senese, attestato lo scorso 3 luglio dal Papa Benedetto XVI, con la promulgazione di un apposito decreto.


La “gloria degli Altari”, pur giungendo a distanza di secoli, ci riporta alle profonde tradizioni di fede e di carità della nostra Città, che nel XIV secolo espresse il meglio di sé nella santità di molti concittadini tra i quali Caterina Benincasa e Giovanni Colombini, assieme a tanti altri asceti dell’Eremo Agostiniano di Lecceto e dei Conventi Domenicani, Serviti, Francescani.


L’Arcivescovo, monsignor Antonio Buoncristiani, nella certezza che la città di Siena saprà celebrare in maniera degna questo storico evento, si augura che la santificazione del Beato Bernardo “sia occasione per riportare alla memoria e riattualizzare l’esempio dei nostri antenati, che sapevano illuminare con la fede cristiana ogni attività umana, producendo splendide opere di cultura e di arte. A tal fine verranno organizzate opportune iniziative spirituali e culturali anche, in collaborazione con tutte le istituzioni cittadine”.

lunedì 2 marzo 2009

Un evento di grazia


Quando si riceve un dono straordinario dal Signore, il nostro cuore non può fare a meno di condividerlo con i fratelli, gli amici e le persone che Dio ci dona come compagni nel cammino di sequela.


E così vogliamo rendere partecipi tutti coloro che si affacciano in questo spazio della gioia dei monaci benedettini di Monte Oliveto che hanno ricevuto, attraverso la parola e il magistero del Santo Padre Benedetto XVI una grazia straordinaria!


Il nostro fondatore, infatti, Bernardo Tolomei, sarà proclamato santo Domenica 26 aprile 2009 in piazza San Pietro, nella liturgia solenne di canonizzazione che inizierà alle ore 9.30. Possiamo anticipare qualcosa delle emozioni che vivremo quel giorno, in quella piazza qui con Voi, se vorrete condividere con noi il desiderio di conoscere meglio questa bellissima figura di monaco, che dopo aver fondato un monastero nella campagna senese, è tornato nella sua città per assistere e curare nel corpo e nello Spirito gli appestati durante l'epidemia della Morte Nera nel 1348, diventando così un vero e proprio martire della carità.